CAPITOLO I
IL PRINCIPIO DI OFFENSIVITÀ IN RELAZIONE ALLA FATTISPECIE
DI COLTIVAZIONE DI PIANTE DA CUI SONO ESTRAIBILI
SOSTANZE STUPEFACENTI EX ART. 73 D.P.R. 309/1990:
UNA QUESTIONE ANCORA IRRISOLTA
di Silvia Fioraso
1. Premessa...................................................................................................... 3
2. Il principio di offensività ........................................................................... 3
3. Il quadro normativo.................................................................................... 4
4. La sentenza della Corte Costituzionale n. 360/1995 ............................. 5
5. La giurisprudenza sulla corretta interpretazione della norma che
incrimina la condotta di coltivazione alla luce del principio di offensivitÃ
e l’intervento delle Sezioni Unite nel 2008 .................................. 7
6. La sentenza n. 109/2016 della Corte Costituzionale ............................. 10
7. I diversi orientamenti interpretativi della giurisprudenza di legittimitÃ
in relazione ai criteri in base ai quali riconoscere il difetto di
offensività in concreto della condotta di coltivazione........................... 14
8. Principio di offensività e irrilevanza penale del fatto per particolare
tenuità del fatto ai sensi dell’art. 131-bis c.p.......................................... 16
• Schema logico-sintetico.......................................................................... 19
• Schema grafico .......................................................................................... 24
CAPITOLO II
IL GRADO DELLA COLPA IN AMBITO MEDICO: L’ETERNO RITORNO
DELL’ART. 2236 C.C. TRA ASSILLO RIFORMATORE DEL PARLAMENTO
E INTERPRETAZIONE DELLA GIURISPRUDENZA
di Valentina Zuccherino
1. La questione controversa ......................................................................... 29
2. L’orientamento tradizionale più garantista nei confronti della classe
medica........................................................................................................... 29
2.1. L’avallo della Consulta nel 1973: il giudice delle leggi segna i confini
applicativi dell’irrilevanza della culpa levis .......................................... 30
3. L’inversione di rotta della giurisprudenza più recente e l’affermarsi
della tesi “pan-penalistaâ€........................................................................... 31
3.1. Aperture ad una versione “soft†della tesi più rigorosa: l’applicazione
dell’art. 2236 c.c. come criterio razionale di giudizio............................ 33
4. La legge Balduzzi: il legislatore codifica il discrimen tra colpa grave e
colpa lieve nell’ambito delle professioni sanitarie................................ 34
5. Scenario post-Balduzzi: le questioni irrisolte e l’irrompere della riforma
Gelli-Bianco ..................................................................................... 37
6. Il contrasto esegetico attorno al perimetro applicativo del nuovo art.
590-sexies c.p. e l’intervento delle Sezioni Unite .................................. 42
• Schema logico sintetico........................................................................... 48
• Schema grafico .......................................................................................... 52
CAPITOLO III
CONNESSIONE TELEOLOGICA: IDENTITÀ TRA GLI AUTORI
DEL REATO FINE E DEL REATO MEZZO
di Claudia Maria Ardita
1. Introduzione: connessione teleologica e i criteri di competenza........ 57
2. L’orientamento maggioritario: la necessaria identità tra gli autori del
reato mezzo e quello del reato fine.......................................................... 58
3. L’orientamento minoritario esclude che gli autori del reato fine debbano
essere gli stessi del reato mezzo..................................................... 60
4. La Corte costituzionale e le Sezioni Unite preparano il terreno per
l’adesione all’orientamento minoritario.................................................. 62
5. Il caso esaminato e le questioni giuridiche affrontate dalle Sezioni
Unite 26 ottobre 2017 n. 53390 ................................................................. 66
• Schema logico sintetico........................................................................... 69
• Schema grafico .......................................................................................... 70
CAPITOLO IV
L’ACTIO FINIUM REGUNDORUM TRA CONCORSO
OMISSIVO NEL REATO COMMISSIVO E
CONNIVENZA: LA RESPONSABILITÀ DEI SINDACI
di Nicola D’Agnese
1. Profili strutturali del concorso mediante omissione nel reato
commissivo................................................................................................... 75
2. Il discrimen tra omissione penalmente rilevante e connivenza ......... 77
3. La responsabilità dei sindaci per i reati commessi dagli
amministratori............................................................................................. 85
3.1. La responsabilità dell’amministratore “di fatto†nell’ambito dei reati
societari: l’art. 2639 c.c. ............................................................................ 87
4. Il perimetro del dovere di controllo dei sindaci sull’operato degli
amministratori............................................................................................. 89
5. La responsabilità del collegio sindacale a titolo di concorso omissivo
per bancarotta: la sentenza della Corte di Cassazione, 10 maggio
2016, n. 19470............................................................................................... 93
• Schema logico sintetico........................................................................... 101
• Schema grafico ......................................................................................... 103
CAPITOLO V
CONCORSO APPARENTE DI NORME E FATTISPECIE
DI DETENZIONE E PORTO ILLEGALI IN LUOGO PUBBLICO O
APERTO AL PUBBLICO DI ARMA COMUNE DA SPARO
di Giacomo Ferrando
1. I criteri regolatori del concorso apparente di norme: le teorie c.d.
monistiche e le teorie pluralistiche.......................................................... 107
2. La vicenda esaminata e le fattispecie incriminatrici interessate: una
problematica ermeneutica relativa a reati “settoriali†ma densa di
ripercussioni aventi carattere generale .................................................. 108
3. La posizione tradizionale della giurisprudenza di legittimità in subiecta
materia: tra le fattispecie in questione non vi può essere rapporto
di specialità , tutelando le stesse beni giuridici differenti.......... 109
4. La posizione assunta dalla Suprema Corte con la recente sentenza n.
41588/2017: l’unico criterio che può guidare l’interprete in subiecta
materia è quello c.d. strutturale................................................................ 110
5. Il collegamento con il tema del ne bis in idem: la nozione di “medesimo
fatto†contenuta sia nell’art. 15 c.p. che nell’art. 649 c.p.p. ........ 112
6. Considerazioni conclusive: l’avallo all’impostazione “monista†si affianca
ad un’applicazione nuova della clausola di sussidiarietÃ
espressa........................................................................................................ 114
• Schema logico-sintetico.......................................................................... 116
• Schema grafico .......................................................................................... 118
CAPITOLO VI
CONCORSO ESTERNO E SENTENZA CONTRADA.
RICADUTE APPLICATIVE DELLA PRONUNCIA NELLA GIURISPRUDENZA
DI MERITO E DI LEGITTIMITÀ. STRUMENTI PROCESSUALI
DI ATTUAZIONE DEL GIUDICATO EUROPEO
di Federica Attardi
1. Premessa...................................................................................................... 123
2. Caratteri generali del concorso esterno. Il problema dell’ammissibilitÃ
dell’istituto............................................................................................. 123
3. Il tortuoso cammino del concorso esterno nella giurisprudenza di
legittimità : i principali arresti della Corte di Cassazione a Sezioni
Unite.............................................................................................................. 125
4. La sentenza Contrada. Il casus decisus e l’iter motivazionale della
corte EDU. I punti critici della pronuncia............................................... 129
5. Le concrete ricadute applicative della sentenza Contrada. Gli strumenti
di esecuzione delle sentenze di condanna della corte EDU..... 132
5.1. La risposta del diritto vivente ai principi espressi nella sentenza
Contrada..................................................................................................... 133
5.2. L’esito della vicenda giudiziaria Contrada. Gli strumenti processuali
di attuazione del giudicato europeo......................................................... 135
5.3. La sorte dei c.d. “fratelli minori†di Bruno Contrada ............................ 139
• Schema logico sintetico........................................................................... 142
• Schema grafico .......................................................................................... 145
CAPITOLO VII
IL DIVIETO DI BIS IN IDEM AL CROCEVIA TRA GIURISPRUDENZA
NAZIONALE E SOVRANAZIONALE
di Silvia Torraca
1. Il principio del ne bis in idem: ratio e fonti.............................................. 149
2. Il concetto di « identità del fatto » nella evoluzione della giurisprudenza
nazionale e sovranazionale (in particolare, Corte EDU, 4 marzo
2014, Grande Stevens c. Italia e Corte cost. 31 maggio 2016, n. 200). 150
3. Ne bis in idem e doppio binario sanzionatorio....................................... 155
4. Le principali ricadute applicative ............................................................ 157
4.1. I reati tributari........................................................................................... 157
4.2. I reati finanziari......................................................................................... 162
5. Il revirement di Corte EDU, Grande Camera, 15 novembre 2016, A. e
B. c. Norvegia ............................................................................................... 165
6. Le ricadute applicative della sentenza Corte EDU, A e B. c. Norvegia. 167
• Schema logico sintetico........................................................................... 170
• Schema grafico .......................................................................................... 171
CAPITOLO VIII
IL NUOVO VOLTO DELLA PRESCRIZIONE ALL’INDOMANI DELLA
C.D. RIFORMA ORLANDO: UNA CAUTA INCISIONE SUL REGIME DELLA
SOSPENSIONE NON TOGLIE VALORE ALLE ANTICHE QUESTIONI
CRUCIALI VAGLIATE DALLA GIURISPRUDENZA
di Andrea Agate
1. Introduzione, caratteri generali dell’istituto ed inquadramento normativo.
Natura (cenni)............................................................................... 175
2. La giurisprudenza delinea i rapporti tra la recidiva e la prescrizione,
precisando la fisiologia processuale della prima in relazione alle
conseguenze sulla determinazione del tempo di prescrizione ........... 178
3. Duplice orientamento in tema di contestazione suppletiva di circostanze
aggravanti in rapporto alla prescrizione del reato non aggravato;
natura dichiarativa o costitutiva della contestazione.................. 178
4. Riqualificazione e prescrizione ................................................................ 180
5. L’imprescrittibilità del delitto punibile con la pena dell’ergastolo: la
parabola giurisprudenziale attraversa due letture contrapposte fino
a sfociare nelle Sezioni Unite Trubia; dall’affermazione della mutatio
criminis alla tesi della continuità normativa, con conseguente
avallo dell’assunto rigoristico della immutata imprescrittibilità dei
delitti puniti astrattamente con la pena perpetua................................. 181
6. Sospensione della prescrizione: cenni sulla nuova fattispecie sospensiva
ex art. 420-quater c.p.p. Evoluzione della giurisprudenza in
tema di sospensione della prescrizione in relazione alla pendenza
dei procedimenti amministrativi per il rilascio del permesso di costruire
in sanatoria: la Cassazione adotta la soluzione più rigorosa
della sospensione corrispondente all’intero periodo del rinvio del
processo dovuto a richiesta dell’imputato in ipotesi di decorso del
termine di formazione del c.d. silenzio diniego (Cass., Sez. Un., Sentenza
n. 15427 del 31 marzo 2016 Ud. (dep. 13 aprile 2016) Rv.
267041).......................................................................................................... 184
7. Nuove cause di sospensione della prescrizione introdotte dalla l.
103/2017 (c.d. Riforma Orlando) .............................................................. 187
8. Interruzione della prescrizione: le Sezioni Unite sgomberano il
campo da ogni soluzione alternativa, additando la prevalenza della
tassatività e del divieto di analogia in ordine alla elencazione contenuta
nell’art. 160 c.p. il legislatore (l. 103/2017, c.d. Riforma Orlando)
positivizza la fattispecie già esclusa......................................................... 188
9. Interruzione e recidiva reiterata: divisione giurisprudenziale circa il
criterio di calcolo dell’aumento del termine prescrizionale ex art. 161
cpv. c.p., tra invocazione del divieto di ne bis in idem sostanziale e
ritenuta irrilevanza del detto principio ................................................... 190
• Schema logico sintetico .......................................................................... 193
CAPITOLO IX
NON PUNIBILITÀ PER PARTICOLARE TENUITÀ DEL FATTO: IL REATO
COME ENTITÀ GRADUABILE IN CONCRETO. LE PROBLEMATICHE EMERSE
IN SEDE DI PRIMA APPLICAZIONE DELL’ISTITUTO
di Adriana Forastiere
1. Analisi della disciplina............................................................................... 199
2. Ratio e natura giuridica.............................................................................. 201
3. Regime di diritto intertemporale.............................................................. 202
4. Il rapporto con il principio di offensività ... ............................................ 203
5. ... e con le altre ipotesi di tenuità del fatto............................................. 205
6. Abitualità della condotta: concorso di reati e reato continuato .......... 206
7. Il rapporto con i reati caratterizzati da soglie di punibilità .................. 208
7.1. La dottrina.................................................................................................. 209
7.2. La Cassazione............................................................................................ 210
7.3. Le Sezioni Unite sui reati stradali ........................................................... 211
8. Il rapporto con l’art. 34 del d.lgs. n. 274 del 2000 .................................. 213
8.1. Il contrasto giurisprudenziale e la soluzione delle Sezioni Unite ........ 214
• Schema logico sintetico........................................................................... 218
• Schema grafico .......................................................................................... 223
CAPITOLO X
I PRESUPPOSTI APPLICATIVI DELLE MISURE DI PREVENZIONE PERSONALI
E IL GIUDIZIO SULL’ATTUALITÀ DELLA PERICOLOSITÀ SOCIALE
di Paola Montone
1. La disciplina delle misure di prevenzione alla luce del Codice
Antimafia...................................................................................................... 229
1.1. In particolare: i presupposti applicativi, la ratio ispiratrice e le affinitÃ
rispetto alle misure di sicurezza ...................................................... 230
2. Le misure di prevenzione personali ed il giudizio sulla pericolositÃ
del proposto ................................................................................................. 232
3. Il quesito di diritto: per l’indiziato di appartenere ad un’associazione
mafiosa si rende necessaria un’autonoma valutazione della pericolositÃ
sociale?............................................................................................... 233
3.1. La tesi della sussistenza di un regime presuntivo in materia, anche
solo iuris tantum ....................................................................................... 235
3.2. La contrapposta tesi della necessità di una motivazione in positivo
sull’attualità della pericolosità sociale .................................................... 236
4. La rimessione della questione giuridica alle Sezioni Unite................. 238
5. La pronuncia del Supremo Consesso ed i passaggi argomentativi
della motivazione in diritto........................................................................ 239
• Schema logico sintetico........................................................................... 242
• Schema grafico ......................................................................................... 244
CAPITOLO XI
IL REATO DI VIOLENZA PRIVATA ED I SUOI RAPPORTI
CON LA VIOLENZA SESSUALE
di Ilaria Bradamante
1. Inquadramento: i beni giuridici protetti ................................................. 249
2. Il delitto di violenza privata....................................................................... 249
2.1. Struttura del reato ..................................................................................... 250
2.2. La giurisprudenza sul delitto ex art. 610 c.p.: settori peculiari ........... 251
2.3. La natura sussidiaria della fattispecie di violenza privata................... 252
3. Il delitto di violenza sessuale .................................................................... 253
3.1. Struttura del reato ..................................................................................... 254
4. Il rapporto tra i due delitti: concorso effettivo o apparente di norme? . 255
4.1. La nozione di “stessa materia†e il principio di specialità .................. 256
4.2. I criteri di sussidiarietà , consunzione e assorbimento.......................... 257
4.3. Il principio di specialità nella giurisprudenza ...................................... 258
5. I rapporti tra i delitti di cui agli artt. 609-bis e 610 c.p. nelle pronunce
della Suprema Corte................................................................................... 258
• Schema logico sintetico........................................................................... 261
• Schema grafico .......................................................................................... 263
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