Nel corso di questi anni sono comparse nel nostro ordinamento giuridico ben tre figure alternative di negozio destinatorio che danno vita a fenomeni di separazione patrimoniale idonei a perseguire le finalità più varie: il trust, l'atto di destinazione ex art. 2645-ter c.c. e l'affidamento fiduciario. Tali istituti sono contemplati dalla legge n. 112/2016 sul cd. "Dopo di noi". Numerose sono le questioni ad essi connesse che sono passate sotto il vaglio della giurisprudenza, sia in sede contenziosa che nell'ambito della volontaria giurisdizione. Nel primo caso rientrano, ad esempio, le azioni di nullità , revocatorie e di riduzione per lesione di legittima, mentre nel secondo le varie forme d'intervento giudiziale nell'amministrazione dei beni destinati. Il volume analizza diffusamente tale prassi giudiziaria, ponendosi come prezioso strumento di lavoro per il professionista del diritto.
Introduzione............................................................................................................................ XV
CAPITOLO 1 L’AFFIDAMENTO FIDUCIARIO
1. Premessa ....................................................................................................................... 1
2. L’affidamento fiduciario .......................................................................................... 1
3. I problemi posti dalla teoria del negozio di affidamento fiduciario ...... 4
CAPITOLO 2 IL TRUST AUTODICHIARATO
1. Il trust autodichiarato nella Convenzione de L’Aja ...................................... 9
2. Le opinioni della dottrina nel periodo immediatamente successivo
all’entrata in vigore della Convenzione ............................................................ 13
3. Le pronunzie giurisprudenziali ed il dibattito successivo ......................... 14
CAPITOLO 3 MERITEVOLEZZA E LICEITÀ DEGLI INTERESSI
NELL’ATTO DI DESTINAZIONE
1. L’art. 1322, comma 2, c.c. e gli “interessi meritevoli di tutela†.............. 27
2. Il riferimento agli “interessi meritevoli di tutela†contenuto nell’art.
2645-ter c.c. ................................................................................................................. 28
2.1. Premessa .......................................................................................................... 28
2.2. La tesi richiedente un “quid pluris†rispetto alla mera liceità .... 28
2.3. La tesi secondo cui è sufficiente la liceità del negozio ................ 32
2.4. La meritevolezza degli interessi in particolari ipotesi di atto di
destinazione .................................................................................................... 34
2.4.1. Atto di destinazione volto a realizzare interessi inerenti
al diritto delle persone e della famiglia ................................ 34
2.4.2. Atto di destinazione a tutela degli interessi riferibili ad
una pubblica amministrazione ................................................ 35
2.4.3. Atto di destinazione volto ad ovviare all’inammissibilitÃ
delle cc.dd. servitù personali o irregolari ............................ 36
2.4.4. Atto di destinazione con struttura similare a quella di
un diritto reale tipico ................................................................... 37
2.4.5. La meritevolezza dell’atto di destinazione il cui disponente è il
solo beneficiario ........................................................ 38
2.5. Implicazioni dell’adesione alla tesi secondo cui la meritevolezza degli interessi
è un quid pluris rispetto alla mera liceità dei
medesimi .......................................................................................................... 43
CAPITOLO 4 LE CONSEGUENZE DELL’ALIENAZIONE DEI BENI
DESTINATI IN VIOLAZIONE DEL PROGRAMMA DESTINATORIO
1. Trust interno ................................................................................................................ 49
1.1. Premessa .......................................................................................................... 49
1.2. Annullamento del negozio per conflitto di interessi ..................... 50
1.3. Azione di risarcimento in forma specifica .......................................... 51
1.4. Azione revocatoria ....................................................................................... 52
1.5. Qualificazione dell’acquisto dell’avente causa dal trustee come
acquisto a non domino ............................................................................... 53
1.6. Azione d’ingiustificato arricchimento e ripetizione d’indebito 54
1.7. Inefficacia del negozio ................................................................................ 54
2. Atto di destinazione .................................................................................................. 55
2.1. Premessa .......................................................................................................... 55
2.2. La tesi secondo cui il bene destinato circola assieme al vincolo
destinatorio ..................................................................................................... 55
2.3. La preferibile tesi secondo cui il negozio è affetto da un vizio
genetico ............................................................................................................ 57
3. Affidamento fiduciario ............................................................................................. 59
3.1. Annullamento del negozio e sua impugnabilità mediante
azione revocatoria ........................................................................................ 59
3.2. Considerazioni sulla soluzione dell’annullamento del negozio
(rinvio); preferibilità della soluzione imperniata sull’inefficacia
del medesimo ................................................................................................. 61
3.3. Considerazioni sulla soluzione dell’azione revocatoria (rinvio) 61
3.4. Titolarità da parte dell’affidatario di una proprietà sui beni affidati sottoposta
a condizione risolutiva ............................................... 62
CAPITOLO 5 LA RILEVANZA PROCESSUALE DEL TRASFERIMENTO DI BENI
OGGETTO DI NEGOZI DESTINATORI IN PENDENZA DI GIUDIZIO
1. Premessa ....................................................................................................................... 65
2. Cenni sugli effetti processuali della successione a titolo universale o a
titolo particolare in pendenza di giudizio ........................................................ 68
2.1. La successione in pendenza di un giudizio di cognizione .......... 68
2.1.1. La successione a titolo universale ......................................... 68
2.1.2. La successione a titolo particolare ........................................ 71
2.2. La successione in pendenza di un procedimento di esecuzione
forzata ................................................................................................................ 72
2.2.1. La successione a titolo universale ......................................... 72
2.2.2. La successione a titolo particolare ........................................ 73
3. Il trasferimento di beni oggetto di negozi destinatori in pendenza di
un giudizio .................................................................................................................... 74
3.1. Premessa .......................................................................................................... 74
3.2. Il trasferimento dal disponente (ovvero da un terzo) al gestore
mediante testamento ................................................................................. 75
3.2.1. Il caso del trust interno ............................................................... 75
3.2.2. Il caso dell’atto di destinazione ............................................... 82
3.2.3. Il caso dell’affidamento fiduciario .......................................... 89
3.3. Il trasferimento dal gestore cessato dall’ufficio a quello subentrante .................................................................................................................. 90
3.3.1. Il caso del trust interno ............................................................... 90
3.3.2. Il caso dell’atto di destinazione ............................................... 97
3.3.3. Il caso dell’affidamento fiduciario .......................................... 99
3.4. Il trasferimento dal gestore pro tempore al beneficiario a seguito del verificarsi
di una causa di cessazione del negozio
destinatorio ..................................................................................................... 100
CAPITOLO 6 POSSIBILI PROFILI DI NULLITÀ DELLE CLAUSOLE
DEL NEGOZIO DESTINATORIO SULL’INDIVIDUAZIONE DEI BENEFICIARI
1. La mancata individuazione dei beneficiari nel negozio destinatorio e
l’attribuzione al disponente o ad un terzo del potere di designarli in un
momento successivo ............................................................................................... 103
1.1. La possibile nullità o il possibile mancato perfezionamento del
negozio destinatorio ................................................................................... 103
1.2. La possibile violazione del divieto dei c.c.dd. patti successori
indiretti .............................................................................................................. 105
1.2.1. Premessa .......................................................................................... 105
1.2.2. Il divieto di patto successorio istitutivo ............................... 105
1.2.3. Il contratto a favore del terzo con prestazione da eseguirsi dopo la morte
dello stipulante ed il patto successorio istitutivo indiretto ....................................... 108
1.2.4. Fattispecie di negozio destinatorio alla luce del divieto
dei patti successori istitutivi diretti o indiretti .................. 111
1.2.5. Analisi della fattispecie di negozio destinatorio inter
vivos che omette di indicare i beneficiari riservando al
disponente il potere di individuarli mediante testamento .............................................. 116
1.3. La possibile violazione del principio di personalità della volizione liberale
concernente l’individuazione dei soggetti destinatari della liberalità ................................... 117
1.3.1. La manifestazione del principio nel testamento ............. 117
1.3.2. La manifestazione del principio nella donazione ............ 119
1.3.3. Questioni applicative in tema di art. 778 c.c.: le donazioni indirette ed il
mandato con o senza rappresentanza ......................................................... 121
1.3.4. La questione dell’applicabilità o meno del principio di
personalità della volizione liberale ai negozi destinatori .................................................... 123
2. L’individuazione di beneficiari nascituri e le norme sulla capacità a
ricevere per testamento o per donazione ...................................................... 127
2.1. L’ipotesi del trust interno .......................................................................... 127
2.2. L’ipotesi dell’atto di destinazione .......................................................... 128
2.3. L’ipotesi dell’affidamento fiduciario ...................................................... 129
3. L’individuazione di beneficiari in ordine successivo ................................... 129
3.1. Premessa .......................................................................................................... 129
3.2. Le tesi elaborate in materia di atto di destinazione ....................... 130
3.3.1. Ipotesi di negozio di destinazione testamentario ........... 135
3.3.2. Ipotesi di negozio di destinazione liberale inter vivos.... 140
CAPITOLO 7 POSSIBILI PROFILI DI NULLITÀ DELLE CLAUSOLE
DI UN TRUST INTERNO CHE VIETANO O LIMITANO
L’ALIENAZIONE DELLA POSIZIONE BENEFICIARIA
1. Il divieto di alienazione della posizione beneficiaria ................................... 145
2. Valutazione della clausola che vieta l’alienazione del diritto del beneficiario
secondo i principi del nostro ordinamento ..................................... 146
2.1. L’ipotesi del negozio fra vivi ..................................................................... 146
2.2. L’ipotesi del negozio testamentario ..................................................... 148
2.3. Conclusioni ...................................................................................................... 150
3. Le clausole prevedenti un “determinable interest†o un “protective
trust†............................................................................................................................... 155
3.1. Premessa .......................................................................................................... 155
3.2. Determinable interest e protective trust nel diritto inglese ....... 157
3.3. Valutazione della clausola prevedente un determinable interest o un protective
trust secondo i principi del nostro ordinamento ..................................................... 159
CAPITOLO 8 NEGOZI DESTINATORI E CLAUSOLE DI DECADENZA DALL’ATTRIBUZIONE BENEFICIARIA
1. Premessa ....................................................................................................................... 167
2. Negozi destinatori e clausole di decadenza .................................................. 167
CAPITOLO 9 GLI STRUMENTI DI TUTELA DEI CREDITORI PREGIUDICATI DA UN NEGOZIO DESTINATORIO
1. Negozi destinatori gratuiti ed art. 2929-bis c.c. ........................................... 173
1.1. Premessa .......................................................................................................... 173
1.2. L’art. 2929-bis c.c. ......................................................................................... 175
1.3. Applicazione della norma ai negozi destinatori ............................... 178
1.4. Atti gratuiti relativi ai beni destinati posti in essere dal gestore o
dal beneficiario ed art. 2929-bis c.c. ..................................................... 191
1.5. Pronunzie giudiziarie favorevoli all’avvio dell’esecuzione forzata sui beni destinati
senza il previo esperimento della revocatoria in fattispecie non previste dall’art. 2929-bis c.c. .............. 191
2. Negozi destinatori gratuiti ed art. 64 l. fall. ..................................................... 192
2.1. L’art. 64, comma 1, l. fall. ........................................................................... 192
2.2. Applicazione dell’art. 64, comma 1, l. fall. ai negozi destinatori 194
2.3. Atti gratuiti relativi ai beni destinati posti in essere dal gestore o
dal beneficiario ed art. 64, comma 1, l. fall. ....................................... 202
2.4. L’art. 64, comma 2, l. fall. ........................................................................... 202
2.5. Applicazione dell’art. 64, comma 2, l. fall. ai negozi destinatori 204
2.6. Atti gratuiti relativi ai beni destinati posti in essere dal gestore o
dal beneficiario ed art. 64, comma 2, l. fall. ....................................... 207
3. Negozi destinatori ed azione revocatoria ordinaria .................................... 207
3.1. I negozi destinatori soggetti ad azione revocatoria ordinaria .... 207
3.2. Il presupposto soggettivo dell’azione .................................................. 214
3.3. La legittimazione passiva .......................................................................... 217
3.4. Il termine per l’esperimento dell’azione ............................................. 226
3.5. Gli effetti della sentenza revocatoria sui “subacquirenti†........... 227
3.6. Se le esenzioni da revocatoria fallimentare di cui all’art. 67,
comma 3, l. fall. siano o meno applicabili alla revocatoria ordinaria esperita da una
curatela ex art. 66 l. fall. ................................. 231
3.7. Atti di disposizione relativi ai beni destinati o alla posizione
beneficiaria ...................................................................................................... 232
4. Negozi destinatori ed azione revocatoria fallimentare ex art. 67 l. fall. 233
4.1. Premessa .......................................................................................................... 233
4.2. I negozi destinatori soggetti ad azione revocatoria fallimentare .............. 234
4.2.1. I negozi destinatori rientranti nella previsione dell’art.
67, comma 1, l. fall. ...................................................................... 234
4.2.2. I negozi destinatori rientranti nella previsione dell’art.
67, comma 2, l. fall. ...................................................................... 237
4.3. Il presupposto soggettivo dell’azione .................................................. 238
4.4. La legittimazione passiva .......................................................................... 238
4.5. Il termine per l’esperimento dell’azione ed il periodo sospetto 239
4.6. Gli effetti della sentenza revocatoria sui “subacquirenti†........... 240
4.7. Atti di disposizione relativi ai beni destinati o alla posizione
beneficiaria ...................................................................................................... 241
4.8. Negozi destinatori ed esenzioni da revocatoria fallimentare ex
art. 67, comma 3, l. fall. .............................................................................. 241
4.8.1. Premessa .......................................................................................... 241
4.8.2. L’esenzione di cui alla lettera a) .............................................. 242
4.8.3. L’esenzione di cui alla lettera c) (e all’art. 10, comma 1,
d.lgs. n. 122/2005) ....................................................................... 244
4.8.4. L’esenzione di cui alla lettera d) ............................................. 246
4.8.5. Le esenzioni di cui alla lettera e) ed all’art. 182-
quinquies, ultimo comma, l. fall. ............................................. 247
4.8.6. L’esenzione di cui alla lettera f) ............................................... 247
CAPITOLO 10 GLI STRUMENTI DI TUTELA DEI LEGITTIMARI PREGIUDICATI DA UN NEGOZIO DESTINATORIO
1. Premessa ....................................................................................................................... 249
2. La tutela dei legittimari in presenza di pesi o condizioni sulla legittima .................................................................................................................................. 252
2.1. Considerazioni generali .............................................................................. 252
2.2. Trust, atto di destinazione e divieto ex art. 549 c.c. ...................... 258
3. Negozio di destinazione e calcolo della legittima ....................................... 267
3.1. Considerazioni generali .............................................................................. 267
3.2. In particolare: il problema dell’oggetto della liberalità indiretta
in caso di negozio di destinazione liberale inter vivos................... 274
3.3. In particolare: l’assoggettabilità o meno a riunione fittizia delle
liberalità aventi fonte in un patto di famiglia posto in essere in
combinazione con un negozio di destinazione inter vivos ......... 278
3.4. L’ordine di riduzione delle disposizioni lesive della legittima .... 278
3.4.1. La riduzione delle attribuzioni mortis causa ...................... 278
3.4.2. La riduzione delle liberalità inter vivos.................................. 283
3.5. In particolare: l’assoggettabilità o meno a riduzione delle liberalità aventi fonte
in un patto di famiglia posto in essere in
combinazione con un negozio di destinazione inter vivos ......... 292
4. La legittimazione passiva rispetto all’azione di riduzione avente ad
oggetto un negozio di destinazione liberale ................................................. 293
4.1. Premessa .......................................................................................................... 293
4.2. La tesi secondo cui l’azione di riduzione va esperita contro il
gestore prima che costui abbia trasferito i beni al beneficiario e
contro quest’ultimo dopo detto trasferimento ............................... 293
4.3. La tesi secondo cui l’azione di riduzione va sempre esperita
contro il gestore ............................................................................................ 295
4.4. Osservazioni critiche e soluzione proposta ....................................... 296
5. I presupposti dell’azione di riduzione ............................................................... 300
6. Gli effetti dell’azione di riduzione ....................................................................... 304
6.1. Considerazioni generali: azione di riduzione e di restituzione 304
6.2. L’azione di restituzione nei confronti del beneficiario della disposizione lesiva ridotta ....... 307
6.3. L’azione di restituzione nei confronti del terzo acquirente dal
beneficiario della disposizione lesiva ridotta ..................................... 310
6.4. L’azione di restituzione nel caso in cui sul bene oggetto della
disposizione lesiva ridotta vi siano “pesi†o ipoteche ................... 315
6.5. Gli effetti dell’azione di riduzione nei confronti delle donazioni
indirette atte a realizzare la cosiddetta “intestazione di beni a
nome altrui†.................................................................................................... 319
6.6. Gli effetti dell’azione di riduzione di posizioni beneficiarie
aventi fonte in un negozio di destinazione ....................................... 327
CAPITOLO 11 LA NOMINA E REVOCA DEL TRUSTEE O DEL GUARDIANO DA PARTE DEL GIUDICE E LE DIRETTIVE
GIUDIZIALI AL TRUSTEE
1. La tesi che nega l’ammissibilità di tali provvedimenti giudiziali ............ 333
2. La tesi che ritiene ammissibili tali provvedimenti giudiziali .................... 335
3. La clausola dell’atto istitutivo che individua il giudice competente ad
emettere tali provvedimenti giudiziali .............................................................. 338
CAPITOLO 12 IL NEGOZIO DI DESTINAZIONE ISTITUITO DA UN
SOGGETTO INCAPACE
1. Il negozio di destinazione testamentario ........................................................ 341
2. Il negozio di destinazione inter vivos ................................................................. 343
2.1. Ipotesi in cui il disponente incapace è, altresì, unico beneficiario ......................................................................................................................... 343
2.1.1. La dubbia validità del negozio di destinazione ................. 343
2.1.2. Le autorizzazioni giudiziali necessarie per la stipula del
negozio di destinazione e per la gestione della posizione beneficiaria ............................ 344
2.1.3. L’ipotesi in cui il soggetto gestore sia il legale rappresentante, il curatore o
l’amministratore di sostegno del disponente incapace .............................. 347
2.1.4. L’ipotesi in cui guardiano sia il legale rappresentante, il
curatore o l’amministratore di sostegno del disponente
incapace ............................................................................................ 351
2.1.5. L’attività di straordinaria amministrazione del gestore e
l’autorizzazione giudiziale ......................................................... 352
2.2. Ipotesi in cui il disponente incapace designa beneficiari ulteriori rispetto a se stesso ...... 355
2.2.1. Premessa .......................................................................................... 355
2.2.2. Ipotesi in cui beneficiario sia il legale rappresentante, il
curatore o l’amministratore di sostegno del soggetto
incapace ............................................................................................ 356
2.2.3. L’ipotesi in cui guardiano sia il legale rappresentante, il
curatore o l’amministratore di sostegno del disponente
incapace ............................................................................................ 357
2.2.4. I negozi di destinazione liberali e la capacità di donare
dell’incapace-disponente .......................................................... 357
2.2.4.1 Premessa ...................................................................... 357
2.2.4.2 Il minore sotto responsabilità genitoriale ....... 358
2.2.4.3 Il minore emancipato .............................................. 359
2.2.4.4 L’inabilitato .................................................................. 359
2.2.4.5 L’interdetto .................................................................. 360
2.2.4.6 Il beneficiario di amministrazione di sostegno ...................................... 361
2.2.4.7 Conclusioni .................................................................. 368
2.2.5. Causa liberale e causa “familiare-assistenziale†del negozio di destinazione .................... 368
2.2.6. L’attività di straordinaria amministrazione del gestore e
l’autorizzazione giudiziale ......................................................... 372
3. Se negozi di destinazione aventi ad oggetto beni dell’incapace possano o meno essere
istituiti ad opera di un provvedimento giudiziale . 374
CAPITOLO 13 IL NEGOZIO DI DESTINAZIONE ISTITUITO DA UN
TERZO ED AVENTE QUALE BENEFICIARIO UN
SOGGETTO INCAPACE
1. L’accettazione della posizione beneficiaria .................................................... 377
2. L’attività di straordinaria amministrazione del gestore e l’autorizzazione giudiziale ...... 380
2.1. Premessa .......................................................................................................... 380
2.2. La decisione di Trib. Casale Monferrato 13 aprile 1984 ............... 381
2.3. Il dibattito successivo all’entrata in vigore della Convenzione 382
3. La clausola del negozio di destinazione secondo la quale la posizione
beneficiariadell’incapacesarà amministratadaunsoggettodiversodal
suo legale rappresentante, curatore o amministratore di sostegno .... 385
4. La modifica dell’atto istitutivo di un negozio di destinazione avente
come beneficiario un incapace ........................................................................... 390
5. La c.d. legge sul “dopo di noi†(legge n. 112/2016) ................................... 393
Indice analitico....................................................................................................................... 397