Con il Jobs Act, il legislatore e' intervenuto a modificare profondamente l'art. 4 dello Statuto dei lavoratori, norma relativa alla disciplina dei controlli a distanza attuati dal datore di lavoro.
Il volume analizza la portata applicativa del nuovo testo dell'articolo 4, introdotto dall'art. 23 del d.lgs. n. 151/2015, soffermandosi sulle significative novita' introdotte dalla nuova disciplina.
Innanzitutto, vengono giuridificati i cosiddetti controlli difensivi, vale a dire i controlli effettuati per la tutela del patrimonio aziendale. Tale categoria di controlli viene esplicitamente inserita, nell'ambito dei controlli preterintenzionali.
In secondo luogo, muta la procedura che l'imprenditore e' tenuto a seguire al fine di effettuare i controlli a distanza richiesti da esigenze organizzative e produttive, da esigenze legate alla sicurezza sul lavoro, nonche', come si e' detto, da esigenze di tutela del patrimonio aziendale.
Ma la novita' forse piu' interessante e impattante che il lavoro affronta e' contenuta nel nuovo comma 3, per cui le informazioni raccolte dal datore di lavoro sono utilizzabili a tutti i fini connessi al rapporto di lavoro, purche' si renda un'adeguata informazione al lavoratore e purche' sia rispettato quanto disposto dal codice della privacy. Vengono infine esaminate le conseguenze penali derivanti dalla mancata osservanza della norma statutaria, all'esito della modifica ex art. 23, comma 2, del d.lgs. n. 151/2015.
Presentazione di Giuseppe Pellacani . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . VII
Autori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . XIII
CAPITOLO PRIMO
LA RIDEFINIZIONE DELL’ASSETTO REGOLATIVO DEI CONTROLLI A DISTANZA,
QUALE TASSELLO DI UNA PIÙ COMPLESSIVA RIFORMA DEL DIRITTO DEL LAVORO
di ALBERTO LEVI
1. La riforma dei controlli a distanza elevata a simbolo della portata innovatrice del Jobs
Act . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1
2. L’intersecazione della norma statutaria con la disciplina relativa alla tutela della
riservatezza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4
3. La rimodellazione del potere di controllo a distanza: l’implicita riconferma della
regola generale consistente nel divieto di effettuare controlli a distanza sull’attività dei
lavoratori; la nuova latitudine della categoria dei controlli preterintenzionali; le più
agili regole procedurali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7
4. Segue: il regime regolativo speciale riservato agli strumenti utilizzati dal lavoratore per
rendere la prestazione lavorativa e agli strumenti di registrazione degli accessi e delle
presenze; l’utilizzabilità dei dati raccolti; le conseguenze penalistiche della violazione
dell’articolo 4 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9
5. Il Jobs Act ed il generale rafforzamento dei poteri del datore di lavoro . . . . . . . 12
6. L’applicabilità della norma al lavoro pubblico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15
CAPITOLO SECONDO
LA RIDEFINIZIONE DEI LIMITI AL POTERE DI CONTROLLO A DISTANZA
di MASSIMO LANOTTE
1. Le esigenze di riforma e la legge delega n. 183/2014 . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21
2. La polifunzionalità delle strumentazioni e il superamento della natura preterintenzionale
dei controlli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25
3. Il campo di applicazione. Impianti audiovisivi e altri strumenti . . . . . . . . . . . . 26
4. Gli strumenti sottratti alla fattispecie generale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29
5. Il rapporto tra art. 4 st. lav. e normativa di tutela della privacy . . . . . . . . . . . . 31
6. L’installazione e l’utilizzo degli strumenti. Le modalità del controllo a distanza . . 34
7. Il controllo sull’attività dei lavoratori e i controlli c.d. difensivi . . . . . . . . . . . . 35
8. Il nodo (irrisolto) dei controlli sull’adempimento della prestazione lavorativa . . . . 39
IX
CAPITOLO TERZO
I CONTROLLI PRETERINTENZIONALI: LA NOZIONE
di ALBERTO RUSSO e MARCO TUFO
1. La nozione di controllo preterintenzionale: le esigenze organizzative, produttive e di
sicurezza del lavoro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 53
2. Segue: casistica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 57
3. La vecchia nozione di controllo difensivo: una categoria di origine giurisprudenziale . 62
4. La riconduzione del controllo difensivo nella categoria del controllo preterintenzionale
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 66
CAPITOLO QUARTO
I CONTROLLI PRETERINTENZIONALI: LA PROCEDURA
di PASQUALE PASSALACQUA
1. Le novità procedurali rispetto alla disciplina previgente . . . . . . . . . . . . . . . . 75
2. I filtri di controllo sindacale: a) l’accordo con le RSA o con la RSU . . . . . . . . . 76
3. Segue. b) l’accordo stipulato dalle associazioni sindacali comparativamente più rappresentative
sul piano nazionale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 78
4. Le conseguenze della violazione della procedura: antisindacalità della condotta
datoriale e possibile sua plurioffensività . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 79
5. I filtri di controllo alternativi in sede amministrativa: l’autorizzazione della Direzione
territoriale del Lavoro o del Ministero del Lavoro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 80
6. Gli spazi per l’azione individuale dinanzi al giudice del lavoro per le violazioni delle
procedure o del contenuto dell’accordo collettivo o dell’autorizzazione amministrativa
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 83
7. La possibile deroga alla normativa legale sulla procedura da parte degli accordi “di
prossimità” ex art. 8, d.l. n. 138 del 2011 e i suoi attuali margini di operatività . . 85
CAPITOLO QUINTO
I CONTROLLI EFFETTUATI ATTRAVERSO GLI STRUMENTI UTILIZZATI
DAL LAVORATORE PER RENDERE LA PRESTAZIONE LAVORATIVA
di LUISA FICARI
1. Riferimento normativo: l’art. 4, comma 2 dello statuto dei lavoratori . . . . . . . . . 89
2. L’eccezione alla regola generale. L’interpretazione del disposto dell’art. 4, comma 2 . . 90
3. La portata della norma introdotta dall’art. 4, comma 2 . . . . . . . . . . . . . . . . . 91
4. Novità del disposto del comma 2 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 91
5. I chiarimenti anticipati dal Ministero del Lavoro con la nota 18 giugno 2015 . . . . 92
6. Il principio contenuto nella Raccomandazione 1° aprile 2015, n. 5 del Consiglio
d’Europa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 94
7. Gli interventi del Garante per la protezione dei dati personali (rinvio) . . . . . . . 94
Indice sommario
X
8. Il controllo a distanza attraverso gli strumenti di lavoro e la registrazione accessi e
presenze: autonomia della fattispecie . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 94
9. Il controllo sugli strumenti utilizzati dal lavoratore per rendere la prestazione,
nozione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 96
10. Tecniche di controllo e strumenti utilizzati: sistema satellitare GPS . . . . . . . . . 98
11. Distinzione, nell’ambito delle tecnologie applicate agli strumenti di lavoro, tra
“funzione prestazionale” e “funzione di controllo” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 99
12. Consapevolezza, da parte del lavoratore, circa le potenzialità di controllo a distanza
degli strumenti di lavoro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 99
13. Il controllo a distanza “incorporato” negli strumenti di lavoro . . . . . . . . . . . . 100
14. Strumenti di lavoro utilizzati indebitamente dal lavoratore per scopi personali
(utilizzazione delle comunicazioni elettroniche da parte del dipendente per scopi
privati, uso indebito del computer aziendale da parte del lavoratore, uso del sistema
operativo aziendale, abuso del telefono aziendale) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 100
15. Il monitoraggio della casella di posta elettronica aziendale da parte del datore di
lavoro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 102
16. Controllo a distanza delle prestazioni rese al di fuori della struttura aziendale . . . 103
17. Controllo “anomalo” e controllo tramite agenzie investigative . . . . . . . . . . . . . 104
18. Il controllo esercitato sullo strumento di lavoro mediante telecamere e registrazione
di filmati e video . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 104
19. “Il contemperamento tra esigenze dell’impresa e tutela del lavoratore nel controllo a
distanza: “liberalizzazione” dei controlli a distanza e “flessibilizzazione” delle tutele
del lavoratore controbilanciate dall’obbligo di preventiva informazione e dai limiti
all’utilizzo degli esiti del controllo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 105
20. L’espressa menzione degli strumenti di registrazione degli accessi e delle presenze . 106
21. Il controllo esercitato su accessi e presenze mediante registrazione di filmati e video . . 108
22. Individuazione dei soggetti ricadenti nella previsione dell’art. 4, comma 2: a) lavoratori
subordinati e non, nuove tipologie . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 108
23. Segue: individuazione dei soggetti ricadenti nella previsione dell’art. 4, comma 2: b)
il soggetto che esercita il controllo a distanza sugli strumenti di lavoro e sugli
strumenti di registrazione (accessi e presenze) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 109
CAPITOLO SESTO
L’UTILIZZABILITÀ DEI DATI RACCOLTI: IL PUNTO DI SCARDINAMENTO
DELLA VECCHIA NORMATIVA STATUTARIA
di CATERINA TIMELLINI
1. La portata della nuova norma . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 119
2. L’informazione sul controllo come garanzia al lavoratore nelle esperienze straniere . 121
3. L’informazione sul controllo nel sistema italiano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 122
4. Le Policy aziendali e i codici disciplinari . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 126
5. La condizione del comma 3: l’informazione al lavoratore . . . . . . . . . . . . . . . 127
6. Il consenso del lavoratore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 131
7. L’espressione “a tutti i fini connessi al rapporto di lavoro” . . . . . . . . . . . . . . 132
8. L’inutilizzabilità dei dati eventualmente raccolti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 133
Indice sommario
XI
9. L’applicazione dell’art. 4, comma 3, dello Statuto dei lavoratori nei rapporti di lavoro
pubblico e nei rapporti di lavoro speciale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 125
10. Conclusioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 137
CAPITOLO SETTIMO
I LIMITI DERIVANTI DALLA DISCIPLINA DELLA TUTELA DELLA RISERVATEZZA
di LAURA CALAFÀ
1. Premessa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 145
2. Privacy e lavoro: l’assetto di regole modificato e i relativi problemi interpretativi . . 146
3. Il codice della privacy e il lavoro: struttura e contenuti . . . . . . . . . . . . . . . . . 149
4. L’attività del Garante . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 150
5. Tecniche e modalità di adeguamento al nuovo assetto regolativo, nel lavoro pubblico
e nel lavoro privato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 154
6. La privacy multilivello . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 156
CAPITOLO OTTAVO
DIRITTO PENALE E CONTROLLI A DISTANZA DEI LAVORATORI
DOPO IL C.D. JOBS ACT
di ROBERTO FLOR
1. Premessa: un breve ma necessario sguardo al “passato” . . . . . . . . . . . . . . . . 161
2. Il c.d. Jobs Act e la “nuova” disciplina penale dei controlli a distanza . . . . . . . . 164
2.1. La modifica dell’art. 4 e le “nuove” forme di controllo . . . . . . . . . . . . . . 165
2.2. Natura, struttura e formulazione della fattispecie incriminatrice e frizioni con il
principio di legalità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 168
3. Fattispecie penale e bene giuridico protetto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 173
4. Conclusioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 176
Indice analitico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 185
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