Gli scritti raccolti nel testo rappresentano dal punto di vista dell’autore, il provvisorio traguardo di un lungo itinerario che in qualche modo riflette la parabola compiuta dal diritto civile a cavallo del nuovo millennio.
L’autore riproponendo queste pagine in un quadro organizzato e sistematico intende non soltanto riassumere il tracciato di una propria esperienza, ma si ripromette di offrire alle nuove generazioni di giuristi una propsettiva per nuove esplorazioni.
Il punto focale dell’analisi si è venuto spostando dall’origine all’uso delle norme in funzione della specificità di casi destinati ad assumere valore paradigmatico con conseguente sempre più decisiva incidenza del ruolo riconosciuto al momento del giudizio.
Gli scritti raccolti,anche se composti in momenti diversi, si collocano in una continuità logica.
Presentazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1
CAPITOLO PRIMO
LA GIURISPRUDENZA FONTE DEL DIRITTO
Parte Prima: IL RUOLO DEL GIUDICE NELLA CRISI DELLE FONTI DEL DIRITTO
1. Centralità del problema della giurisdizione nella riflessione sul
diritto. Ruolo del giudice e procedimento interpretativo. Le impostazioni
illuministiche che tendevano a separare i due momenti.
L’odierna crisi del sistema delle fonti. . . . . . . . . . . . . . . . . 15
2. La specificità dell’interpretazione giuridica. Sul falso problema
della creatività dell’interprete. La Corte costituzionale e il diritto
vivente . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18
3. L’interpretazione giuridica come fatto essenzialmente comunitario.
Le peculiarità del nostro tempo a forte conflittualità assiologica . . 21
4. Il sistema delle fonti nel quadro della progressiva destatualizzazione
del diritto. La concorrenza tra fonti interne e fonti comunitarie . . 27
5. (Segue) Le fonti riconducibili all’autonomia dei privati. La lex
mercatoria e le forme di autoregolazione . . . . . . . . . . . . . . . 30
6. La delicatezza del ruolo giudiziale nel nuovo contesto. Il principio di
ragionevolezza. Il ruolo di ciascuno come cittadino nel quadro
dell’esperienza giuridica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 32
Parte Seconda: DOTTRINA E GIURISPRUDENZA QUALI FONTI INTEGRATE DEL DIRITTO
1. Dottrina e giurisprudenza come fonti del diritto nell’ottica tradizionale.
La posizione di Capograssi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 39
2. Dottrina e giurisprudenza nell’esperienza contemporanea. L’assottigliarsi
delle differenze. La funzione decisiva del principio di ragionevolezza.
Dallo jus positum allo jus in fieri. L’integrazione tra
dottrina e giurisprudenza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 41
3. La ricerca di una prevedibilità degli esiti al di là della certezza. La
funzione di dottrina e giurisprudenza nell’ottica della c.d. comunità
interpretativa. La loro reciproca interazione . . . . . . . . . . . . . 46
4. Il nuovo significato dell’intuizione di Capograssi. La comunità
interpretativa e il rapporto diritto-morale. La funzione stabilizzatrice
di un processo interpretativo integrato. La coppia dottrinagiurisprudenza
quale fonte esclusiva del diritto . . . . . . . . . . . 52
CAPITOLO SECONDO
I NUOVI PROCEDIMENTI INTERPRETATIVI
Parte Prima: MORTE E TRASFIGURAZIONE DELL’ANALOGIA
1. La novità del riferimento all’analogia nella stagione della destatualizzazione
del diritto. L’art. 4 del code Napoléon e il presupposto
della mancanza di lacune nell’ordinamento giuridico. La prospettiva
di Geny: mancanza di lacune per il giudice, non per la legge. Il
postulato della completezza dell’ordinamento e i modelli culturali
che vi si riconnettono. L’asserita sostanziale distinzione tra interpretazione
e integrazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 60
2. Il superamento di un tale postulato. Il principio del nisi tota lege
perspecta e l’idea dell’analogia come momento caratterizzante di
ogni processo applicativo del diritto. Le sedimentazioni della vecchia
concezione nei paradigmi argomentativi utilizzati dalle decisioni
giudiziali. Il richiamo all’analogia come mero espediente di
linguaggio nelle sentenze la cui soluzione risulta acquisita in una
prospettiva più generale. Alcune esemplificazioni . . . . . . . . . . 63
3. L’inevitabile sovrapposizione tra interpretazione e integrazione nel
processo applicativo del diritto e il venir meno della distinzione tra
analogia legis e analogia iuris. Il superamento di un presupposto
ordinamentale unitario quale punto di riferimento della prospettiva
analogica. Il sempre più frequente richiamo nelle decisioni giudiziali
ad altri ordinamenti giuridici. Irriducibilità di tale procedimento
argomentativo al diritto comparato. Definitivo superamento della
prospettiva delle lacune . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 69
4. Inutilità della riconduzione del richiamo al diritto straniero entro lo
schema dell’art. 12 delle preleggi. Il nuovo atteggiamento del giudice
dopo il superamento del richiamo totalizzante alla codificazione.
Ancora sul superamento dell’idea di lacuna. La nuova prospettiva
delle fonti quali realtà non previamente definibili . . . . . 73
5. Dall’idea di sistema come oggetto all’idea di sistema come fine.
L’interpretazione sistematica come processo e la nuova funzione
dell’analogia nel quadro di una riscoperta della dimensione storica
del diritto. L’ordinamento verificabile in chiave di effettività. Per un
nuovo ruolo del giurista . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 77
VIII INDICE SOMMARIO
Parte Seconda: INTORNO AI “PRINCIPI GENERALI DEL DIRITTO”
1. Il rapporto tra principî e fini. Il principio in generale e il principio
giuridico in particolare. La cultura giuridica e i modelli del positivismo.
Il tentativo di formulazione positiva dei principî. I principî
come derivati dal sistema delle norme . . . . . . . . . . . . . . . . 83
2. I principî nell’esperienza contemporanea. Principî assiomatici e
principî problematici. Elasticità di qualsiasi classificazione. Alternatività
dei principî. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 88
3. I “principî generali dell’ordinamento giuridico dello Stato” di cui
all’art. 12 delle preleggi. La sentenza sul caso Englaro. L’impossibilità
di desumere i principî dal sistema delle norme . . . . . . . . 90
4. La novità del problema nel quadro della c.d. costituzionalizzazione
del diritto. L’impossibilità di una elencazione astratta o di una
gerarchizzazione dei principî. La concezione dinamica della regola
giuridica e il suo necessario ancoraggio a principî. Il problema del
bilanciamento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 93
5. I principî e il problema del completamento delle lacune. Principî
generali e analogia. La necessità di superare i vecchi paradigmi. Il
procedimento interpretativo nella orizzontalità e nella verticalità del
contesto sociale storicamente definito . . . . . . . . . . . . . . . . 97
Parte Terza: DIRITTI FONDAMENTALI E RUOLO DEL GIUDICE
1. L’ottica dei diritti fondamentali quale limite all’attività del legislatore.
La rilevanza del problema nella crisi del sistema delle fonti e
del ruolo del Parlamento. L’affermazione dei diritti fondamentali
come garanzia della giuridicità. La dignità tra atti di posizione e atti
di riconoscimento. La comunità politica quale ambiente necessario
al dispiegarsi dei diritti. La necessità per il giurista di liberarsi dalle
sue tradizionali categorie concettuali . . . . . . . . . . . . . . . . . 102
2. Il superamento del riduzionismo giusnaturalistico e di quello positivistico
nel quadro del processo di implementazione dei diritti.
L’essenzialità del filtro giurisdizionale come momento di concretizzazione
dei diritti. L’ottica dei diritti fondamentali come verifica
della decisiva incidenza del momento giurisdizionale nell’esperienza
giuridica contemporanea. L’art. 6 del Trattato di Lisbona. I diritti
fondamentali come principî generali . . . . . . . . . . . . . . . . . 105
3. La centralità del momento giurisdizionale nell’affermazione dei
diritti fondamentali. La tendenziale universalità dei diritti e la
specificità delle condizioni storiche. Principio di maggioranza e
minimo comune denominatore sociale . . . . . . . . . . . . . . . . 112
4. Gli istrumentari giuridici utilizzati dal giudice per la specificazione
dei diritti fondamentali. Le sentenze nn. 348 e 349 del 2007 della
Corte costituzionale e il nuovo testo dell’art. 117 cost. Il riferimento
INDICE SOMMARIO IX
a precedenti giurisprudenziali stranieri. Ipotesi di conflitto fra
norme sovranazionali e principî costituzionali. Il superamento della
prospettiva di segno mercantile . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 118
5. I residui spazi di incertezza in sede applicativa. La oscillante giurisprudenza
della Cassazione sull’art. 31 del T.U. in materia di immigrazione
come esempio delle persistenti difficoltà applicative. I diritti
fondamentali e il vero ruolo della giurisprudenza nell’esperienza contemporanea.
Dalla centralità della legge alla centralità dell’uomo di legge. 124
Parte Quarta: IL PROBLEMA DELL’EFFETTIVITÀ DEL DIRITTO COMUNITARIO
1. Il principio di effettività come criterio di individuazione del diritto
vigente (alternativo rispetto all’impostazione giusnaturalistica o formalistica).
L’effettività e il rapporto diritto-politica . . . . . . . . . 131
2. Varietà dei possibili ambiti di rilevazione dell’effettività. La specificità
del principio di effettività riferito all’ordinamento comunitario.
La bivalenza dell’espressione “diritto comunitario” e i suoi riflessi
nella giurisprudenza della Corte costituzionale . . . . . . . . . . . 134
3. Il quadro oggettivo di riferimento dell’effettività nel contesto comunitario.
L’ambiguità delle utilizzazioni giurisprudenziali. Il principio
della prevalenza del diritto di fonte comunitaria. . . . . . . . . . . 138
4. L’effettività come criterio di raccordo tra la fonte interna e quella
comunitaria. Il ricorso alla Corte di giustizia ex art. 234 Trattato CE. 142
5. Il limite di costituzionalità all’applicazione di una fonte comunitaria.
La decisione-quadro sul mandato d’arresto europeo. Il regolamento
sulle ispezioni domiciliari connesse alle regole di concorrenza . . . 144
CAPITOLO TERZO
UN DIRITTO COSTANTEMENTE IN FIERI
Parte Prima: I CIVILISTI E LA CERTEZZA DEL DIRITTO
1. Tradizione civilistica e positivismo. La stagione dell’uniformità delle
soluzioni interpretative per l’omogeneità del contesto sociale. Il dato
formale come preclusione alle strumentalizzazioni del fascismo.
L’uscita dal conflitto mondiale e i primi sintomi di crisi del modello
della certezza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 155
2. I civilisti e la filosofia del diritto. Positività e verificabilità. La nuova
civilistica della seconda metà del secolo scorso. Incidenza del momento
interpretativo e argomentativo. . . . . . . . . . . . . . . . . 160
3. La civilistica e il testo costituzionale. La rottura del paradigma della
fattispecie. La Corte costituzionale e i parametri della ragionevolezza
e del diritto vivente . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 165
X INDICE SOMMARIO
4. Altri indici di progressiva giurisdizionalizzazione del diritto civile.
La valorizzazione delle clausole generali. Dal fatto al valore. Progressivo
spostamento del processo applicativo del diritto sul piano
dell’argomentazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 172
5. La disintegrazione del sistema delle fonti. Il processo di decodificazione.
Le fonti di derivazione privata. L’incidenza del sistema
comunitario. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 177
6. Da uno jus positum a uno jus in fieri. Le resistenze di una parte della
civilistica italiana. Il rifugio nel nichilismo. La tesi di una eclissi del
diritto civile. Nel rapporto tra testo e contesto il passaggio da un
sapere teorico ad un sapere pratico. Nuove prospettive per il diritto
civile del terzo millennio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 182
Parte Seconda: L’ABUSO DEL DIRITTO E LA CREATIVITÀ DELLA GIURISPRUDENZA
1. L’abuso del diritto come paradigma del processo di giurisdizionalizzazione
del diritto. Oltre il criterio della validità e per la legalità
del caso. Il riflesso di una metodologia giuridica antiformalistica. Lo
sforzo della giurisprudenza di collocare una novità nel segno della
continuità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 191
2. Essenzialità del ruolo del giudice, al di là della distinzione tra sistemi
di common law e sistemi di civil law. Dallo jus positum allo jus in fieri
e il ruolo paradigmatico dell’abuso del diritto. Irrilevanza di un
riconoscimento legislativo del divieto di abuso . . . . . . . . . . . 196
3. Irriducibilità dell’abuso ad uno schema astratto. La centralità dell’argomentazione
intesa come fonte. Sulla necessaria creatività della
giurisprudenza come fonte. Gadamer e il perfezionamento creativo
della legge nell’interpretazione. Il significato della creatività giurisprudenziale
nel quadro del principio di cui all’art. 101 cost. Il senso
del riferimento al “diritto vivente” . . . . . . . . . . . . . . . . . . 202
4. Superamento della vecchia dottrina sull’abuso nell’ottica della costituzionalizzazione
e della personalizzazione del diritto. Principî,
diritti e regole nel momento giurisprudenziale. Diritto e giustizia
nella stagione del positivismo e oggi . . . . . . . . . . . . . . . . . 211
5. La delicatezza del profilo argomentativo. La resistenza delle vecchie
categorie ordinanti e la necessità di superarle. L’argomentazione
come modo di raccordare il testo al contesto . . . . . . . . . . . . 219
6. Abuso del diritto e frode alla legge. Elusione e abuso del diritto nella
legislazione tributaria. La diversità rispetto alle ipotesi di abuso del
diritto riferite al contratto. La diversa incidenza dell’attività del
giudice e il diverso richiamo ai principî costituzionali. Positività di
un riferimento generalizzato all’abuso. Conclusioni sul ruolo dell’intervento
giurisdizionale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 224
INDICE SOMMARIO XI
Parte Terza: INTORNO ALLA “GIUSTIZIA” DEL CONTRATTO
1. Giustizia del contratto e giustizia dell’ordinamento . . . . . . . . . 235
2. La giustizia del contratto nel rapporto tra diritto ed economia. . . 238
3. Giustizia del contratto e autonomia delle parti . . . . . . . . . . . 243
4. Giustizia del contratto e pluralità di forme contrattuali . . . . . . . 249
5. La giustizia contrattuale nel contesto europeo . . . . . . . . . . . . 253
6. L’incidenza dei principî costituzionali . . . . . . . . . . . . . . . . 260
7. Varietà delle tecniche operative in un quadro argomentativo . . . . 265
CAPITOLO QUARTO
DIRITTO E CULTURA
Parte Prima: DIRITTO E SOCIOLOGIA NELLA CRISI ISTITUZIONALE DEL POSTMODERNO
1. Il rapporto tra diritto e sociologia nel passaggio dal moderno al
postmoderno. Il principio unificante del moderno e la funzione
istituzionale del riferimento ad un comune indice normativo . . . . 271
2. La crisi del postmoderno e il nuovo ruolo della sociologia del diritto.
Il venir meno della funzione della regola come presupposto valutativo
dei comportamenti. Il rischio del “non diritto” . . . . . . . . . 277
3. Il nuovo compito del giurista e del sociologo. Il problema della
teoria delle fonti e della loro gerarchia. Alcune esemplificazioni: il
rapporto tra norme interne e norme comunitarie; l’incidenza della
lex mercatoria sulle singole legislazioni nazionali; le decisioni delle
c.d. autorità indipendenti in ambiti un tempo disciplinati dalla
legislazione ordinaria. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 280
4. La crisi istituzionale del nostro tempo. L’espansione della funzione
giurisprudenziale. Il venir meno del ruolo del Parlamento. Il significato
del riferimento al “diritto vivente”. . . . . . . . . . . . . . . 285
5. Per un nuovo rapporto tra interpretazione giuridica e sociologia del
diritto. Oltre il formalismo per un superamento dell’anomia . . . . 291
Parte Seconda: IL DIRITTO QUALE CROCEVIA FRA LE CULTURE
1. La logica delle due o delle tre culture e il diritto. L’ipostasi del
positivismo giuridico e la sua reiterazione nell’ottica del nichilismo.
La frattura tra diritto e cultura . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 293
2. La necessità di superare sia il formalismo giuridico che la logica di
una pluralità di culture. Il necessario raccordo tra diritto e cultura
nel segno della dimensione spirituale dell’uomo. Il diritto non può
essere mera tecnica se si radica nella storia. Il significato del termine
“esperienza” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 296
XII INDICE SOMMARIO
3. Il rilievo del rapporto soggetto-oggetto. La necessaria dimensione
culturale del diritto e la sua valenza unitaria. La prospettiva giuridica
come modo per scoprire l’unità della cultura. L’ottica degli atti di
posizione e quella degli atti di riconoscimento. . . . . . . . . . . . 302
4. Il diritto come crocevia fra le culture. La cultura di un popolo e la
costituzione in senso materiale. L’essenziale funzione del diritto in
un contesto culturale unitario . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 307
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