Partendo dalla premessa della doverosità della prevenzione dei reati, l'Autrice compie un esame delle misure di prevenzione personali ante delictum e delle problematiche che esse sollevano ed effettua poi un confronto tra previsioni legislative, applicazioni giudiziarie concrete ed indicazioni scientifiche in tema di prognosi di pericolosità , allo scopo di verificare la validità e l'efficacia dell'attuale sistema di prevenzione. Tale confronto è favorito dall'analisi della prassi applicativa delle misure di prevenzione personali nel territorio milanese. A conclusione del lavoro l'Autrice formula qualche ipotesi di riforma del sistema vigente che lo renda affidabile e legittimo allo stesso tempo, facendo leva su un modello di prevenzione che riduca l'attuale profilo negativo-afflittivo a favore di interventi caratterizzati da contenuti anche positivi.
INDICE SOMMARIO
Prefazione ............................................. . VII Introduzione ........................................... . 1
CAPITOLO PRIMO LA PREVENZIONE DELLA CRIMINALITÀ:
DEFINIZIONE, TIPI E MODELLI
1. La prevenzione della criminalità quale species del controllo sociale. Le tradizionali
“classificazioni†criminologiche della prevenzione della criminalità ......... . 17
2. Le attività di prevenzione in base alla sequenza logico-temporale ed al contesto degli
interventi........................................... . 20
2.1. La prevenzione al di fuori del sistema penale .................. . 23
2.1.1. Prima della commissione del reato .................... . 23
2.1.1.1. La prevenzione individuale .................. . 23
2.1.1.2. La prevenzione sociale ..................... . 27
2.1.1.3. La prevenzione situazionale .................. . 28
2.1.2. Dopo la commissione del reato ...................... . 32
2.1.2.1. I programmi di diversion.................... . 33
2.1.2.2. I programmi di mediazione/conciliazione tra autore e vittima
di reato .............................. . 34
2.2. La prevenzione all’interno del sistema penale.................. . 36
2.2.1. Prima della commissione del reato: deterrenza ed orientamento
culturale ................................... . 37
2.2.2. Dopo la commissione del reato: trattamento e neutralizzazione .... . 39
2.2.3. In particolare: misure di prevenzione vs. misure di sicurezza ..... . 44
2.2.4. Prevenzione personale e prevenzione patrimoniale ........... . 53
CAPITOLO SECONDO LE MISURE DI PREVENZIONE ANTE DELICTUM
NEL SISTEMA VIGENTE
1. Misure di prevenzione “tipiche†e “atipiche†...................... . 55
Sezione I. – Cenni di carattere storico
2. L’evoluzione storico-normativa delle misure di prevenzione ante delictum ..... . 56
2.1. La legislazione fino all’epoca fascista....................... . 57
2.2. La legislazione dopo l’entrata in vigore della Costituzione .......... . 62
2.3. I primi interventi della Corte costituzionale................... . 67
Sezione II. – Le misure “tipicheâ€
3. Contenuti e disciplina delle misure di prevenzione personali tipiche ........ . 67
3.1. L’avviso orale .................................... . 68
3.2. Il rimpatrio con foglio di via obbligatorio.................... . 74
3.3. La sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, con divieto o obbligo di
soggiorno ...................................... . 77
3.3.1. Gli effetti di carattere interdittivo..................... . 92
4. Le misure di prevenzione patrimoniali (cenni) ..................... . 96
Sezione III. – Il procedimento di prevenzione
5. Il procedimento di prevenzione per l’applicazione delle misure personali tipiche:
linee di fondo e questioni di legittimità costituzionale e convenzionale ....... . 100
5.1. Il procedimento per le misure di competenza dell’autorità giudiziaria ed i
principi costituzionali ............................... . 100
5.2. Il procedimento per le misure di competenza dell’autorità giudiziaria ed i
principi della Convenzione europea dei diritti dell’uomo ........... . 113
5.2.1. Il giusto processo .............................. . 113
5.2.2. Il ne bis in idem ............................... . 114
5.3. Il procedimento per le misure di competenza del questore .......... . 117
Sezione IV. – Le misure “atipicheâ€
6. Contenuti e disciplina delle misure di prevenzione atipiche ............. . 119
6.1. Le misure in ambito sportivo ........................... . 120
6.2. Le misure per la prevenzione della violenza domestica e di genere ..... . 126
6.3. Le misure di prevenzione per i soggetti tossicodipendenti .......... . 130
6.4. Le misure di prevenzione nei confronti degli infermi di mente........ . 132
6.5. Le misure di prevenzione applicabili ai minorenni ............... . 135
6.6. Le misure di prevenzione nei riguardi degli stranieri ............. . 142
6.7. Gli interventi per la sicurezza urbana ...................... . 148
CAPITOLO TERZO
I DESTINATARI DELLE MISURE
DI PREVENZIONE PERSONALI TIPICHE
1. I presupposti per l’applicazione delle misure di prevenzione personali tipiche ... . 157
2. Le fattispecie di destinatari delle misure di prevenzione personali tipiche ..... . 159
2.1. I soggetti a pericolosità c.d. comune o generica ................ . 161
2.2. I soggetti a pericolosità c.d. qualificata ..................... . 167
2.2.1. Gli indiziati di appartenere ad associazioni di tipo mafioso ...... . 169
2.2.2. Gli indiziati di criminalità di tipo associativo .............. . 173
2.2.3. Gli indiziati di reati con finalità terroristiche .............. . 175
2.2.4. Gli indiziati di criminalità di tipo politico-fascista ........... . 179
2.2.5. Gli istigatori, i mandanti ed i finanziatori dei reati ........... . 180
2.2.6. Gli autori e gli indiziati di agevolazione di atti violenti in occasione di
manifestazioni sportive ........................... . 181
2.2.7. Gli indiziati di delitti contro la pubblica amministrazione ....... . 182
XII INDICE
2.2.8. Gli indiziati di maltrattamenti contro familiari e conviventi e di atti
persecutori .................................. . 183
CAPITOLO QUARTO
IL DIFFICILE EQUILIBRIO TRA AUTORITÀ ED INDIVIDUO
NELLA PREVENZIONE PERSONALE
1. Il difficile equilibrio tra prevenzione personale ante delictum e tutela delle garanzie
fondamentali dell’individuo ................................ . 185
2. La controversa legittimità costituzionale delle misure di prevenzione personali . . . 187
2.1. La posizione della dottrina ............................ . 187
2.1.1. L’orientamento che riconosce la legittimità costituzionale delle misure
di prevenzione personali .......................... . 187
2.1.2. L’orientamento che nega la legittimità costituzionale delle misure di
prevenzione personali............................ . 191
2.2. La posizione della Corte costituzionale ..................... . 200
2.2.1. Le declaratorie di incostituzionalità relative alla disciplina prerepubblicana (C. cost. nn. 2 e 11 del 1956) ............... . 201
2.2.2. Gli interventi della Corte costituzionale sulla l. 1423/1956 e sulle leggi
successive................................... . 204
2.2.3. Le più recenti pronunce sollecitate dalla giurisprudenza della Corte
europea dei diritti dell’uomo (C. cost. nn. 24 e 25 del 2019) ..... . 209
2.2.4. I principi fondamentali stabiliti dalla Corte costituzionale ....... . 215
3. La legittimità delle misure di prevenzione personali alla luce della Convenzione
europea dei diritti dell’uomo ............................... . 216
3.1. Rispetto alla libertà della persona ed alla libertà di circolazione ....... . 217
3.2. Rispetto agli altri diritti e libertà garantiti .................... . 225
4. Le criticità delle fattispecie di destinatari delle misure di prevenzione ....... . 226
4.1. I soggetti a pericolosità comune (o generica) .................. . 227
4.2. I soggetti a pericolosità qualificata ........................ . 233
CAPITOLO QUINTO LA PERICOLOSITÀ SOCIALE:
NOZIONE, IMPIEGHI E STRUTTURA DEL GIUDIZIO
PROGNOSTICO, IN PARTICOLARE NEL SISTEMA
DELLE MISURE DI PREVENZIONE
1. I diversi aspetti della pericolosità sociale ........................ . 241
2. Ambiti di rilevanza della nozione di pericolosità sociale................ . 242
3. La definizione di pericolosità sociale ........................... . 247
3.1. La pericolosità sociale rilevante ai fini delle misure di sicurezza ....... . 249
3.2. La pericolosità sociale rilevante ai fini delle misure di prevenzione ..... . 256
4. L’ammissibilità del concetto di pericolosità sociale................... . 263
5. L’accertamento della pericolosità sociale ........................ . 265
5.1. La disciplina del codice penale: il rinvio all’art. 133 c.p. ........... . 266
5.1.1. Le criticità connesse all’utilizzo dei criteri di cui all’art. 133 c.p. ... . 268
5.2. L’accertamento in ambito preventivo: caratteristiche e struttura del giudizio di
pericolosità secondo la dottrina e la giurisprudenza di legittimità ...... . 275
INDICE XIII
6. I requisiti della pericolosità sociale rilevante a fini preventivi secondo la
giurisprudenza........................................ . 282
6.1. Attualità della pericolosità ed espiazione della pena .............. . 287
7. I fattori indizianti della pericolosità sociale rilevante a fini preventivi secondo la
dottrina e la giurisprudenza di legittimità ........................ . 293
8. Accertamento della pericolosità sociale rilevante a fini preventivi e rispetto dei
principi europei ....................................... . 299
9. Il giudizio prognostico nella prassi applicativa delle misure di prevenzione .... . 300
CAPITOLO SESTO LA PERICOLOSITÀ SOCIALE NELLE SCIENZE DELL’UOMO
1. Spazi e limiti dell’apporto delle scienze dell’uomo alla prognosi comportamentale in
ambito giuridico ...................................... . 303
2. Pericolosità sociale e risk assessment ........................... . 308
2.1. I primi studi scientifici: i “tipi criminologici d’autore†............ . 310
2.2. I metodi di valutazione della pericolosità sociale ................ . 314
2.3. I fattori predittivi della pericolosità sociale ................... . 324
2.3.1. I fattori predittivi “di rischio†....................... . 324
2.3.2. I fattori predittivi “protettivi†....................... . 326
2.3.3. La prognosi comportamentale basata sui fattori predittivi ....... . 326
2.3.4. I primi studi sui fattori predittivi ..................... . 327
2.3.5. I successivi studi sui fattori di rischio e sui fattori protettivi ..... . 331
2.3.6. I moderni studi sui fattori molecolari, biochimici e genetici (le c.d.
neuroscienze) ................................ . 336
2.3.7. Le recenti indicazioni a livello europeo ................. . 348
2.3.8. Disturbi mentali e fattori di rischio .................... . 349
2.4. I principali strumenti utilizzati nel giudizio prognostico............ . 351
2.4.1. Pregi e limiti dell’utilizzo degli algoritmi predittivi nell’ambito della
giustizia penale ............................... . 359
2.5. Il ruolo degli esperti nel risk assessment..................... . 366
3. Le critiche al concetto di pericolosità sociale ed alla prognosi comportamentale . . 373
4. Le ricerche più recenti sulla validità della previsione comportamentale ....... . 378
5. Indicazioni in merito al trattamento dei soggetti pericolosi .............. . 381
6. L’assenza di scientificità nell’accertamento della pericolosità sociale effettuato a
norma del vigente diritto della prevenzione ....................... . 384
CAPITOLO SETTIMO LE MISURE DI PREVENZIONE PERSONALI
NELLA PRASSI APPLICATIVA MILANESE
1. Finalità e metodologia della ricerca ........................... . 393
Sezione I. – Le misure “questoriliâ€
2. Le misure di prevenzione personali di competenza del questore ........... . 395
2.1. Le singole misure .................................. . 396
2.2. I destinatari ..................................... . 398
2.3. I criteri alla base delle decisioni ......................... . 398
XIV INDICE
Sezione II. – Le misure “giurisdizionaliâ€
3. Le misure di prevenzione personali di competenza del tribunale .......... . 400
3.1. Le singole misure .................................. . 400
3.1.1. In particolare: la durata della sorveglianza speciale ........... . 407
3.2. I destinatari ..................................... . 413
3.2.1. I destinatari a pericolosità comune o generica.............. . 416
3.2.2. I destinatari a pericolosità qualificata ................... . 417
3.2.3. Sussistenza di precedenti penali e/o di carichi pendenti in capo ai
proposti.................................... . 419
3.3. I criteri alla base delle decisioni ......................... . 421
3.4. Le prescrizioni imposte .............................. . 429
4. Valutazioni conclusive: i principali esiti della ricerca.................. . 435
5. Le ripercussioni della sentenza de Tommaso c. Italia e delle declaratorie di incostituzionalità del 2019 sul sistema delle misure di prevenzione ............. . 446
CAPITOLO OTTAVO
RIFLESSIONI CONCLUSIVE IN TEMA
DI MISURE DI PREVENZIONE PERSONALI
1. Criticità della legislazione vigente nel settore della prevenzione ante delictum ... . 451
1.1. Criticità relative alla formulazione legislativa delle fattispecie di destinatari
delle misure di prevenzione ............................ . 452
1.2. Criticità relative alla strutturazione normativa del giudizio di pericolosità . . 461
1.3. Criticità relative all’attendibilità scientifica del giudizio prognostico .... . 467
2. Carenza di efficacia delle misure di prevenzione personali .............. . 470
3. Prospettive e proposte de iure condendo......................... . 477
3.1. Il passaggio da fattispecie di sospetto a fattispecie sintomatiche, specifiche e
criminologicamente fondate ............................ . 482
3.2. Il passaggio da una prevenzione stigmatizzante ad una prevenzione
risocializzante .................................... . 487
3.3. Il passaggio da una prevenzione priva di basi scientifiche ad una prevenzione
che sappia dialogare con le scienze umane ................... . 496
3.4. Il passaggio da un’asfittica prevenzione penale ad una prevenzione (anche)
extrapenale di ampio respiro ........................... . 497
Bibliografia ............................................. . 503
Sitografia .............................................. . 529
Atti e documenti ......................................... . 531
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