INDICE
Presentazione ........................................... . VII Gli autori.............................................. . XVII
I. CONTRATTO E PERSONA, di Giorgio Resta ................... . 1
I. Contratto e diritti della personalità ....................... . 3
II. La circolazione dei diritti sul corpo umano .................. . 17
III. La circolazione dei diritti sugli attributi immateriali ............ . 53
II. CONTRATTO E FAMIGLIA, di Giacomo Oberto ................ . 83
I. Diritto di famiglia e autonomia privata .................... . 85
II. Contratto, convenzioni matrimoniali tra coniugi e convenzioni patrimoniali dell’unione civile ............................... . 143
III. Contratto, regimi matrimoniali tra coniugi e regimi patrimoniali dell’unione civile ..................................... . 195
IV. I contratti della crisi familiare: ammissibilità e fattispecie ......... . 231
V. I contratti della crisi familiare: contenuti e disciplina ............ . 301
VI. Contratto e famiglia di fatto: definizione, causa, tipicità e conclusione del
contratto di convivenza .............................. . 383
VII. Contratto e famiglia di fatto: contenuti e vicende del contratto di convi- venza ......................................... . 425
III. CONTRATTO E SUCCESSIONI, di Cristiano Cicero .............. . 505
I. I patti successori .................................. . 507
II. Le alternative convenzionali al testamento .................. . 549
III. Le prospettive di riforma ............................. . 609
IV. CONTRATTO E CONCORRENZA, di Cristoforo Osti ............. . 627
I. Il contratto anticoncorrenziale: nozione e confini .............. . 629
II. Contratti oppressivi e contratti aggregativi .................. . 663
III. Esenzione e contratti con copertura pubblica ................ . 679
IV. Sanzioni e rimedi ................................. . 689
V. CONTRATTO E SOCIETÀ, di Renato Rordorf e Luigi Rovelli (*)....... . 713
I. Società di capitali e disciplina del contratto .................. . 715
II. Il contratto nella società : autonomia statutaria e ruolo delle clausole generali .......................................... . 719
III. Clausole generali e diritto societario: applicazioni in tema di gruppi, leveraged buy out, motivazione delle delibere .................... . 745
IV. Il contratto sulla società : patti parasociali ................... . 765
V. I patti parasociali: tipologia e disciplina .................... . 787
VI. CONTRATTO E PROCESSO, di Ilaria Pagni ................... . 815
I. Contratto e processo: casi e questioni nelle azioni contrattuali ...... . 817
II. Il processo nelle impugnative negoziali: in particolare, nella risoluzione
per inadempimento del contratto ....................... . 855
VII. CONTRATTO E PUBBLICA AMMINISTRAZIONE, di Alberto Massera . . 895
I. Problemi e forme dell’utilizzazione amministrativa del contratto ..... . 897
II. Formazione e conclusione del contratto .................... . 929
III. Condizioni e limiti di stabilità e di operatività del vincolo negoziale. L’esecuzione del contratto ............................... . 973
IV. Elementi negoziali e invalidità del contratto ................. . 1027
V. Responsabilità delle parti e istituti di tutela .................. . 1051
VI. Contratti ed altri moduli convenzionali. in particolare, gli accordi amministrativi ....................................... . 1103
VIII. CONTRATTO E NUOVE TECNOLOGIE, di Marisaria Maugeri ..... . 1147
I. Circolazione della ricchezza e nuove tecnologie ............... . 1149
L’editing di questo volume è stato curato da Giustino Verì.
(*) Il capitolo I è opera di entrambi gli autori; Luigi Rovelli è autore dei capitoli II e
III; Renato Rordorf è autore dei capitoli IV e V.
VI INDICE
PRESENTAZIONE
1. Un’introduzione di servizio
Introdurre questa nuova edizione (2022) del Trattato del Contratto è
compito che posso svolgere riproponendo concetti e parole con cui avevo
introdotto l’edizione originaria (2006).
Sarà dunque un’introduzione molto sobria; sarà , per meglio dire, una
semplice Presentazione. Non dunque, neanche per un minimo, un discorso
sul contratto. Bensì, strettamente, un discorso sul prodotto editoriale che
qui si offre: i sei volumi di Trattato del Contratto, della cui direzione ho avuto
l’onore di occuparmi.
Saranno pagine di puro servizio. Di servizio all’utente: al quale cercheranno di chiarire come l’opera è stata pensata; che cosa ci si può aspettare
da essa; e in definitiva come “usarla†(da “utenteâ€, appunto, che all’opera
si rivolge per averne “utilità â€: preferisco pensare al destinatario del Trattato in questi termini, piuttosto che nella più neutra figura di “lettoreâ€).
Dunque, essenzialmente un opuscoletto di istruzioni per l’uso. Nulla
più.
2. I pubblici
Il Trattato è stato concepito per pubblici ben definiti.
Primariamente per il pubblico interessato alla pratica legale: i professionisti del diritto. Vorrebbe quindi essere, prima di tutto, uno strumento
offerto come aiuto al giudice che deve decidere la lite, al notaio o all’avvocato consulente/negoziatore che devono impostare il contratto del cliente,
al litigator forense che deve organizzare le difese nel processo.
E qui sia consentito rimarcare subito, per quanto occorra, che opera
destinata alla pratica non vuole dire in nessun modo opera piatta, intellettualmente scialba e povera. Al contrario: se si tratta di aiutare il bravo
giudice, il bravo consulente, il bravo difensore a rendere prestazioni professionali all’altezza di standard elevati, ciò che occorre non è un sussidio
che voli basso; bensì un pacchetto di contributi intellettualmente vivi,
ricchi, forti, pieni di conoscenza e d’intelligenza. E d’altra parte: nulla
meno di questo si poteva chiedere a, e ci si poteva attendere da, autori
come quelli che formano la squadra del Trattato. Opera primariamente orientata alla pratica legale significa, in negativo, opera non orientata primariamente ad altre e diverse funzioni. In
particolare, non primariamente alla funzione didattica: scopo qualificante
del Trattato è dare strumenti funzionali non già all’apprendimento di unsistema di nozioni, bensì alla soluzione di problemi.
Esiste tuttavia un segmento della didattica giuridica, che per sua natura e vocazione è contiguo all’universo della pratica legale (o addirittura
funzionale a questa): e in questo segmento non può escludersi che al
Trattato si guardi con qualche interesse. In concreto: se appare non realistico un impiego didattico del Trattato per corsi di laurea triennale, nonsembra affatto da escludere qualche suo impiego nella fase più avanzata del
percorso di laurea magistrale in giurisprudenza (che si caratterizza proprio per essere istituzionalmente orientata allo sbocco nelle professioni
legali classiche, di cui è prerequisito vincolante); e tanto meno può escludersi che il Trattato possa utilmente finire nelle mani di laureati che —frequentando le Scuole di specializzazione per le professioni legali, o corsi
similari — si preparano all’esame di avvocato ovvero al concorso per
magistratura o notariato.
3. Problemi, non concetti
Calibrare la trattazione sulle esigenze delle professioni legali significa
orientarla in modo diretto e immediato sui problemi, molto più che sui
concetti, sulle definizioni, sulle categorie (che sono piuttosto gli strumenti/
oggetti della rappresentazione didattica, o della costruzione scientificodogmatica).
Il Trattato, ad esempio, non ritiene di dover analizzare e spiegare intermini generali “che cosa è il contrattoâ€: mestiere che appartiene ai manuali (nella loro funzione didattica); e alle monografie o ai saggi (nella lorofunzione di costruzione scientifico-dogmatica). Ecco perché negli indici
dell’opera programmaticamente non trova spazio nessun contributo sulla
definizione dell’art. 1321 e sui suoi elementi costitutivi. Bensì trova spaziola discussione di problemi, la cui soluzione indirettamente e strumentalmente possa implicare una certa definizione di contratto e un certo mododi intendere i suoi requisiti: ad es. se a un determinato atto, la cui “patrimonialità †sia dubbia o molto labile, si applichi o non si applichi (la definizione dell’art. 1321, e dunque) la disciplina legale del contratto.
Un esempio ancora. Il professionista legale non percepisce, in prima
battuta, la causa del contratto come un problema che egli debba affrontare
e risolvere come tale; dal suo punto di vista, la causa viene in giocopiuttosto come strumento che egli può utilizzare per affrontare e risolvere
questa o quella questione pratica incontrata nei passaggi della sua professione. Questioni — esse sì percepite come effettivi e stringenti problemi
professionali — quali ad esempio: la sorte di un’operazione con corrispettivo non enunciato, o con corrispettivo vistosamente inadeguato, o in bilicoVIII PRESENTAZIONE
fra onerosità e gratuità , o congegnata in modo da presentarsi come “prestazione isolataâ€, o investita da fattori che rendono irrealizzabile l’assetto
d’interessi divisato, o collegata ad altra operazione contrattuale, o sospettata di essere in frode alla legge, o di avere motivo illecito, ecc. Questioni —tutte — per la cui trattazione e soluzione pratica può essere importante il
buon uso della categoria causale.
Ecco perché il Trattato punta non tanto a esaurire il tema in un unico
luogo entro cui spiegare didatticamente o analizzare dottrinalmente “che
cosa†è, o ricostruire storicamente “che cosa†è stata, la causa del contratto
come categoria (anche se qualche pagina così orientata non manca, a
soddisfazione del professionista culturalmente sensibile). Bensì preferisce
disseminarlo in tanti luoghi diversi — corrispondenti ai problemi appena
esemplificati, e ad altri ancora — in ciascuno dei quali si parla certo di
causa: ma se ne parla in funzione puntualmente strumentale a quegli
specifici problemi.
In breve. Concetti e categorie vengono in gioco come strumenti per
affrontare e risolvere i problemi che il professionista legale incontra nella
pratica. Ma punto di partenza sono i problemi; e punto di arrivo la soluzione di problemi.
4. La prospettiva della lite
Un fil rouge di quest’opera è l’idea che per trattare in modo efficace i
problemi, secondo una logica di intelligente servizio al professionista legale, sia molto utile assumere la prospettiva della lite: cioè mettersi dal punto
di vista di un conflitto di concreti interessi e pretese, devoluto a un giudicante.
Per tornare a un esempio già proposto. Quando si affronta il problema
di un contratto che non enuncia corrispettivo, o enuncia un corrispettivo
inadeguato (problemi riferibili a categorie come causa e nullità ), conviene
prima di tutto cercare di capire quali possono essere le contrastanti posizioni di interesse delle parti, alla cui tutela si finalizza praticamente la
soluzione del problema: una parte invoca il difetto di causa perché punta
alla nullità del contratto, e ci punta perché non vuole eseguire la propria
prestazione, o vuole recuperarla se l’ha già eseguita, o vuole difendersi da
un addebito di responsabilità per inesecuzione; all’opposto, controparte
sostiene che la causa è perfetta perché vuole che il contratto sia tenuto
valido, e lo vuole valido per avere la prestazione oppure il risarcimento al
posto della prestazione ineseguita.
Avere presente questo scenario litigioso aiuta — credo — ad affrontare
i problemi (trattamento del contratto con corrispettivo inadeguato o non
enunciato) e maneggiare le categorie (causa, nullità ) nel modo più realistico, efficace, vicino alle esigenze degli utenti del Trattato. A comprendere,
PRESENTAZIONE IX
per esempio, che nella pratica delle professioni legali un problema di causa
mancante, e quindi di possibile nullità del contratto, va probabilmente
affrontato in modo diverso, a seconda che le prestazioni siano già state
eseguite o meno.
Tenendo altresì conto che la prospettiva della lite è utile non solo al
professionista che giudica o difende nel processo fra le parti, ma anche a
quello che lavora sul drafting contrattuale: a lui la prospettiva della lite
potenziale serve per lavorare a prevenirla, o per mettere la parte assistita
nella posizione migliore ove mai la lite avesse in futuro a divenire attuale.
5. L’attenzione alle prassi interpretative
Un’opera destinata primariamente alle professioni legali ha l’imperativo di rappresentare le prassi del diritto vivente. Per questo il Trattato dÃ
grande spazio e attenzione alla giurisprudenza; e naturalmente anche alla
dottrina, specie nella misura in cui entri in dialettica con la giurisprudenza,
influenzandone gli orientamenti.
Questo non significa meccanico assemblaggio di massime vuote e cieche; né magazzini di citazioni dottrinali. Significa — nelle intenzioni di chi
ha concepito il Trattato, e definito il suo metodo — prima di tutto rappresentazione oggettiva, fedele, completa ancorché concisa dello “stato dell’arte interpretativa†relativamente ai problemi volta per volta discussi (conl’impegno, circa la giurisprudenza, di legare per quanto possibile le regole
enunciate alle specificità dei casi decisi, alla vivezza delle fattispecie concrete). Ma significa anche — ben al di là della asettica e neutrale registrazione
delle soluzioni giurisprudenziali e dottrinali via via riferite — esercizio di
vaglio critico sulle stesse.
Ancora una volta: da autori quali gli autori del Trattato non ci si puòcerto attendere un appiattimento sul genere letterario della “rassegnaâ€.
6. L’Europa?
Si è detto sopra della ratio, in nome della quale il Trattato non contiene,
ad esempio, una parte dedicata alla definizione del contratto come tale.
Identica ratio presiede a una scelta che se non fosse, appunto, una scelta
deliberata, potrebbe additarsi come deplorevole lacuna: la mancanza di
una parte o sezione o capitolo dedicato al diritto europeo dei contratti.
Non sarà certo il direttore del Trattato — che fra l’altro partecipa da
anni, con convinto entusiasmo, al Board of Directors della European Review of
Contract Law, e per lungo tempo ha concorso attivamente ai lavori dell’European Group for an Integrated Contract Law (Eu.G.I.Co.L.) — a negare la
rilevanza crescente e vieppiù decisiva della dimensione europea nella conformazione del diritto contrattuale quo utimur.
X PRESENTAZIONE
Ma il punto è che il Trattato (ripetiamolo ancora una volta!) sceglie di
muoversi nella dimensione del “problemaâ€, molto più che in quella del
“sistemaâ€. Alla luce di questa scelta, non avrebbe molto senso una trattazione appunto sistematica del modo in cui il fattore Europa incide sul
diritto dei contratti: trattazione che, dunque, non c’è. Ha senso, invece, che
nell’affrontare questo o quello specifico aspetto problematico della materia
contrattuale, si faccia riferimento alle fonti europee rilevanti per il problema che volta per volta viene in gioco: e di riferimenti siffatti, disseminati in
tanti diversi luoghi dell’opera, il Trattato abbonda.
7. Quale “sistematicaâ€
Si è appena osservato che il Trattato non obbedisce, nel suo svolgimento, a un modello sistematico. E nondimeno, alla base della sua concezione
è pur presente un’idea sistematica, ancorché — se si vuole — in senso
debole: nel ridotto senso, cioè, di idea che presiede all’organizzazione e alla
scansione della materia, e determina la sequenza dei temi che la compongono.
Così intesa, la sistematica di questo Trattato riflette quella che il direttore aveva ritenuto di porre a base del suo Contratto, uscito nel 2001 e in
seconda rinnovata edizione nel 2011, per lo stesso editore Giuffrè, come
volume del Trattato Iudica-Zatti (ma, ancora prima, a base della parte sul
contratto nel manuale Diritto privato, Giappichelli, 9ª ed., 2022). Nella
convinzione che questa organizzazione della materia disegni la mappa
meglio capace di guidare e accompagnare efficacemente chi si inoltra nel
mondo del contratto, per esplorarlo nella varietà delle sue tante regioni.
Ecco allora che s’inizia con il volume dedicato alla Formazione, dove
s’incontrano temi e problemi che riguardano il contratto nel processo del
suo farsi — se si vuole, la produzione della fattispecie: quando, e come, si
genera il contratto?
Segue il volume sul Regolamento, che tratta questioni relative al senso
precettivo del meccanismo: qual è (e di dove e in che modi si ricava) il senso
del contratto, come regola delle relazioni fra le parti? In particolare, è per
avventura un senso che attiri la riprovazione dell’ordinamento?
Il volume successivo è sugli Effetti: posto che il contratto si è generato,
posto che ha un identificabile senso precettivo, in che modi precisamente
esso incide sulle posizioni — attive o passive — delle parti? E in che modi
è alle parti consentito manovrare sugli effetti, per orientarne produzione e
conformazione nei sensi che l’autonomia privata giudichi più convenienti?
Ecco infine i due volumi sui rimedi contrattuali (che — è mia vecchia e
radicata convinzione — sono il vero cuore dell’impero, la zona centrale e
PRESENTAZIONE XI
nevralgica dell’istituto): volumi complessivamente dedicati alle mille questioni che sorgono quando il contratto si presenta — per tante possibili
ragioni, e in tanti possibili modi — come un contratto “problematico†inquanto difettoso o disturbato.
Rimedi-1 tratta i casi in cui il contratto nasce con un difetto originario —le invalidità , per usare una tradizionale formula di sintesi; e organizza la
trattazione secondo la sperimentata dialettica di fattispecie ed effetti: esplorando prima i vari fattori di difetto che rendono il contratto variamente
invalido (nullo, annullabile, rescindibile); e poi l’operatività dei diversi
rimedi, chiamati a fronteggiare le diverse tipologie di difetto.
Rimedi-2 si occupa dei difetti che impattano sul rapporto contrattuale
già costituito, turbandone il buon funzionamento: inadempimenti e sopravvenienze incompatibili col giusto svolgimento dell’operazione; e si
occupa naturalmente dei rimedi che tali difetti interpellano: risoluzioni,
adeguamenti, risarcimenti.
8. Uno “stravagante†(ma non incoerente) sesto volume
Il Trattato poteva finire qui: i volumi da I a V coprono tutta quanta la
materia tradizionalmente riferita alle trattazioni del contratto in genere.
E invece si è scelto di prolungarlo con un sesto volume. Il titolo —Interferenze — ne spiega il senso: esplorare le situazioni in cui il contrattointerferisce, appunto, con altri istituti, perché si insinua in aree istituzionalmente presidiate da logiche, strumenti e regimi legali che sono altri
rispetto alla logica, allo strumento, al regime del contratto; sicché la disciplina degli artt. 1321 e segg. vi si misura, ed entra in tensione, con le
diverse discipline proprie dei particolari settori in cui il contratto può fare
incursione. Ovvero, “contratto e...â€: diritti della persona, famiglia, successione per causa di morte, antitrust, società , processo civile, pubblica amministrazione, nuove tecnologie.
E il gioco è capire se questa tensione determini anche torsione o adattamento (e quale torsione, quale adattamento) delle ordinarie regole del
contratto, quando il contratto si trova esposto in territori per così dire alieni.
In questo senso il volume è “stravaganteâ€: proprio perché vaga fuori
del classico recinto della materia contrattuale. In questo stesso senso, tuttavia, il volume è coerente con l’impostazione generale del Trattato: perché
nel momento in cui affronta gli incroci fra il contratto e gli altri mondi
appena indicati, lo fa mettendosi nella prevalente prospettiva di supportoal professionista legale, chiamato dalla sua professione ad affrontare e
risolvere questioni. E dunque anche qui si riserva centralità ai problemi piùche alle categorie; si assume volentieri la prospettiva della lite; si dà larga
udienza alle regole di produzione giudiziale.
XII PRESENTAZIONE
9. Indici
Di un’altra cosa deve darsi conto: il Trattato non si correda di un indice
analitico degli argomenti; né di indici delle fonti normative, delle decisioni
giudiziali, degli autori citati. La ragione è che tutti questi indici sono
apparsi superflui: perché la funzione che dovrebbe essere loro propria si
realizza altrimenti.
Un indice analitico degli argomenti si rende superfluo, dal momento che
in modo quanto mai analitico sono concepiti struttura e articolazione dei
contributi, e l’indice-sommario che le riflette. I capitoli sono tendenzialmente brevi, e tendenzialmente molto brevi i paragrafi in cui questi si ripartiscono. Ad ogni paragrafo ci si è sforzati di far corrispondere uno specifico
problema o gruppo di problemi, al quale si fa specifico riferimento nel titolo
del paragrafo stesso. Sicché l’assenza di indice analitico (fra l’altro, e in generale: un prodotto facile da fabbricare se lo scopo è solo riempire qualche
decina di pagine; ma molto difficile se ambisce a rendere un effettivo servizio
all’utente) è ben surrogata dall’analiticità dell’indice-sommario.
Può pertanto confidarsi che chiunque cerchi, nel Trattato, i luoghi
giusti cui rivolgersi per i suoi problemi, ci possa arrivare molto facilmente
scorrendo l’indice-sommario, in cui i titoli dei paragrafi gli diranno abbastanza per smistarlo all’indirizzo giusto. E senza bisogno di leggerlo tutto
(dal titolo del primo paragrafo del primo capitolo del primo contributo del
primo volume, fino al titolo dell’ultimo dell’ultimo dell’ultimo dell’ultimo).
Ciò sull’ovvio presupposto che l’utente del Trattato non è né clamorosamente stupido né clamorosamente ignorante, e quindi sa dove andare a
cercare in prima battuta: se ha bisogno di lumi sul regime delle clausole “if
and whenâ€, non andrà a compulsare l’indice del contributo su proposta e
accettazione, né quello del contributo su contratto e persona, bensì si
muoverà nell’area condizione e termine, lì trovando in un attimo il paragrafo di riferimento.
Idem per gli altri indici (fonti, sentenze, autori), che nella gran parte
dei casi sembrano vocati alla potenziale soddisfazione di curiosità improbabili e comunque astratte, ben più che a servire concretamente interessi
significativi degli utenti. Nella logica del Trattato, ciò che comanda è il
problema; il problema è tendenzialmente identificato dal titolo del paragrafo pertinente, che si localizza con facilità ; e se il paragrafo è fatto bene,
lì si troveranno gli appropriati riferimenti a fonti, sentenze, autori che
interessano.
10. Curatori e autori
Riservatasi il direttore del Trattato la cura diretta del quinto e del sesto
volume, i primi quattro sono stati curati da studiosi del contratto (giuristi
dell’accademia, attivi al tempo stesso nella pratica della professione forenPRESENTAZIONE XIII
se), che come suol dirsi non hanno bisogno di presentazione: Maria Costanza, Aurelio Gentili, Carlo Granelli, Giuseppe Vettori.
Dunque non li presento, limitandomi a ricordare con piacere gli amichevoli, intensi confronti di idee attraverso i quali impostazione e contenuti del Trattato, e dei singoli volumi che lo compongono, si sono via via
affinati; e la stretta interazione fra ciascuno di loro e il direttore, attraversola quale si è progressivamente monitorato e all’occorrenza ricalibrato l’andamento del work in progress. Fermo restando che assumo su di me la
paternità dell’impianto e dell’articolazione dell’opera nel suo complesso, e
dunque la responsabilità per i difetti che l’affliggano.
Che dire degli autori? Hanno scritto per il Trattato autori ben noti per
coltivare la materia contrattuale sul piano scientifico e/o praticarla sul
terreno professionale. Per lo più civilisti della cattedra, e fra essi qualche
civilista che senza enfasi può ben definirsi eminente. Molto spesso arricchiti
altresì (e non primariamente nel senso del denaro!) da qualificata frequentazione della pratica forense o notarile. In qualche caso, poi, autorevolissimi esponenti della professione giudiziaria.
Il dialogo con loro — qualche volta triangolato con il curatore di
riferimento, ma svolto anche più spesso in presa diretta — è stato per me
fonte di piacere e di utilità (di gran lunga prevalenti su quel po’ di sofferenza che in qualche caso ho dovuto scontare, per lo scarto fra i tempi di
consegna dovuti e attesi e le più o meno lunghe dilazioni subite da quei
tempi: un genere di sofferenza che so fisiologico in qualsiasi opera collettanea, e del quale non bisogna perciò lamentarsi più che tanto).
11. La nuova edizione
Fra questa nuova edizione e la prima (2006) sono trascorsi 16 anni: untempo abbastanza lungo per ospitare eventi che suggeriscono (e talora impongono) di introdurre modifiche più o meno significative all’opera originaria.
Per la massima parte le modifiche riflettono la fisiologica evoluzione
delle materie trattate. Sopravvengono novità normative, sviluppi o revirement giurisprudenziali, più fresche e avanzate elaborazioni dottrinali: nel
campo del contratto lo stato dell’arte oggi non è più — ovviamente —quello dei primi anni duemila. Di quest’ordine di cambiamenti la nuova
edizione dà conto, aggiornando i contributi originari in modo da allinearli all’attualità normativa, giurisprudenziale, dottrinale. È chiaro che il lavorodi aggiornamento non ha sempre la medesima estensione e profondità .
Dipende dalle materie che formano oggetto dei diversi contributi. Per
alcune il vento del cambiamento soffia più leggero, e a questa maggiore
stabilità corrisponde un aggiornamento a sua volta leggero; per altre soffia
un vento impetuoso, che sconvolgendo gli scenari pregressi impone agXIV PRESENTAZIONE
giornamenti più spinti e radicali. Credo che da questo punto di vista il
primato spetti a Contratto e pubblica amministrazione (volume VI): riguardo al
quale Alberto Massera ha dovuto fare i conti con il sopravvenire di una
gigantesca novità di sistema come quella rappresentata dal codice dei
contratti pubblici (d.lgs. 50/2016).
In questa nuova edizione compaiono, fra gli autori, studiosi che non
figuravano nella prima. Ciò si deve a ragioni diverse.
Una è questa: se l’aggiornamento è realizzato generalmente per mano
degli stessi autori cui si deve il testo della prima edizione, in qualche raro
caso ha richiesto l’intervento di altri. Talora semplice intervento ad adiuvandum: così ad aggiornare il contributo di Umberto Breccia su La forma
(volume I) ha concorso un gruppo di giovani studiose e studiosi pisani
sotto la guida di Elena Bargelli; in un altro caso l’aggiornamento per mano
altrui è stato reso necessario, più tristemente, dalla prematura scomparsa
dell’autore (il contributo su La rescissione nel volume IV, scritto per la prima
edizione dal compianto Paolo Vitucci, è stato rivisto per questa nuova edizione da Matteo De Poli). Talaltra intervento del tutto sostitutivo. È
accaduto in un paio di casi per l’indisponibilità all’aggiornamento manifestata dall’autore: così l’originario contributo di Alessandro Natucci su Vicende preclusive, preparatorie, condizionanti (volume I) è stato integralmente
rimpiazzato con quello scritto ex novo da Matilde Girolami; lo stesso dicasi
per il contributo di Ciro Caccavale su Contratto e successioni nel volume VI,
sostituito per la penna di Cristiano Cicero.
Un altro nome nuovo è quello di Marisaria Maugeri, e del tutto nuovo
(non presente nella prima edizione del Trattato) è il contributo che ella
offre alla seconda edizione: Contratto e nuove tecnologie, incluso nel volume
VI. È parso infatti che, una volti entrati nel terzo decennio del nuovo
secolo, un’esplorazione dei rapporti fra il mondo del contratto e altri
mondi paralleli e “interferenti†non potesse più permettersi di ignorare
realtà come smart contract e blockchain. 12. Ringraziamenti
È ovvio che la mia profonda gratitudine vada ai curatori e agli autori
(vecchi e nuovi), senza i quali il Trattato del Contratto non ci sarebbe (e in
particolare non ci sarebbe questa nuova edizione).
Meno ovvia, ma non meno sentita, la gratitudine che devo manifestare
ai giovani studiosi e professionisti che si sono sobbarcati l’oscuro, faticoso,
preziosissimo lavoro di editing sui contributi in arrivo, prima del definitivo
invio all’editore, e poi sulle bozze. Sono: il dott. Pietro Coppini, il dott.
Francesco Fantechi, il dott. Enzo Maria Incutti, il dott. Luca Morisi, l’avv.
Giustino Verì. Grazie anche a loro.
Settembre 2022
VINCENZO ROPPO
PRESENTAZIONE XV