Il volume esamina le concrete modalità con cui il decreto che disciplina la responsabilitÃ
amministrativa da reato (d.lgs. n. 231/2001), dopo più di vent’anni
dalla sua entrata in vigore, opera nella prassi quotidiana approfondendo due
suoi aspetti essenziali: come le imprese cercano di adempiere agli obblighi derivanti
dalle sue norme e quale sia l’interpretazione che l’autorità giudiziaria fornisce
di tali norme e dei connessi comportamenti imprenditoriali.
I capitoli che compongono l’opera sono dedicati a temi specifici, scelti in ragione
della loro rilevanza per la quotidiana prassi applicativa. Si affrontano, ad
esempio, le questioni in tema di composizione dell’Organismo di Vigilanza, il
rapporto fra d.lgs. n. 231/2001 e gruppi di società o la figura del whistleblowing.
Di particolare interesse sono i profili relativi alla fase dell’applicazione giurisdizionale
del testo normativo: in quest’ambito si inseriscono sia il capitolo dedicato
alle problematiche di carattere processuale sia l’ampia trattazione in cui si
esamina il profilo della valutazione giudiziale dei modelli.
INDICE SOMMARIO
CAPITOLO 1
TRE PROBLEMI DA RISOLVERE:
LA NATURA MONO O PLURISOGGETTIVA
DELL’ILLECITO DELL’ENTE,
IL RUOLO DEL REATO NELLA RESPONSABILITÀ
DELLE SOCIETÀ, LA RILEVANZA DEL
COMPORTAMENTO ALTERNATIVO LECITO
1. Premessa .................................... . 1
2. L’imputazione “soggettiva†del fatto di reato alla persona giuridica. La
“colpa di organizzazione†ed il suo ruolo nell’illecito da reato dell’ente
collettivo .................................... . 3
3. La colpa di organizzazione quale forma di agevolazione colposa dell’ente
alla commissione del fatto di reato ..................... . 9
4. Dalla teoria dell’“aumento del rischio†alla valorizzazione del c.d. comportamento alternativo lecito ......................... . 15
CAPITOLO 2
LE “NASCOSTE†CRITICITÀ DELLE NOZIONI
DI “INTERESSE E VANTAGGIOâ€
1. Premessa .................................... . 19
2. L’interesse ed il vantaggio dell’ente quale componenti costitutivi della
responsabilità della società .......................... . 24
3. Interesse e vantaggio dell’ente: due nozioni distinte ............ . 26
4. La nozione di “interesse†........................... . 30
5. La nozione di vantaggio ............................ . 38
6. (Segue) Visione prospettica o puntuale della nozione di vantaggio ... . 41
7. Interesse e vantaggio nei gruppi di imprese ................ . 46
8. Interesse e vantaggio della società in caso di infortuni sul lavoro. Le ultime
pronunce della Cassazione .......................... . 47
9. (Segue) Il riesame della materia ad opera della sentenza n. 22256/2021. La
vicenda e le conclusioni della Cassazione .................. . 52
VII
10. Qualche nostra considerazione: la giurisprudenza oscilla fra la ricerca di
vantaggi economicamente significativi ed una interpretazione evanescente
del requisito dell’interesse .......................... . 5611. (Segue) Un’ultima notazione. I comportamenti abnormi dei lavoratori e la
responsabilità della società .......................... . 6312. La necessaria indicazione dei requisiti dell’interesse o vantaggio nella
contestazione all’ente ............................. . 65CAPITOLO 3
LA CONDANNA DELL’ENTE IN CASO
DI MANCATA INDIVIDUAZIONE
DEL COLPEVOLE DEL REATO
1. Premessa. Il ruolo della previsione di cui all’art. 8, comma 1, lett. a), d.lgs.
n. 231/2001 nel sistema della responsabilità da reato delle società ... . 692. I (presunti) limiti operativi della disposizione ............... . 733. Una prima (ed insoddisfacente) applicazione giurisprudenziale del dettato
di cui all’art. 8, comma 1 lett. a) ....................... . 754. Alla ricerca di uno spazio applicativo per l’art. 8 d.lgs. n. 231/2001: una
specifica modalità di sanzione della colpa di organizzazione? ...... . 87CAPITOLO 4
L’AMBITO DI APPLICAZIONE DEL D.LGS. N. 231/2001:
DALLE SOCIETÀ UNIPERSONALI AGLI ENTI SOTTOPOSTI
A MISURE DI PREVENZIONE
SEZIONE I - INTRODUZIONE 1. Premessa .................................... . 962. La nozione di ente ............................... . 97SEZIONE II - LE S.R.L. UNIPERSONALI
3. Le società unipersonali. Le posizioni che escludono l’applicabilità del d.lgs.
n. 231/2001 ................................... . 994. (Segue) La soluzione favorevole. Una episodica decisione della Cassazione
e le prime aperture della dottrina ...................... . 1035. (Segue) La decisione n. 45100 del 2021. Una (solo apparente) conclusione
del dibattito .................................. . 1076. (Segue) Qualche considerazione finale. Il d.lgs. n. 231/2001 e le imprese di
piccole dimensioni ............................... . 111INDICE SOMMARIO
VIII
SEZIONE III - LE SOCIETÀ FALLITE O SOTTOPOSTE A PROCEDURA CONCORSUALE
7. Le Sezioni Unite e l’applicazione del d.lgs. n. 231/2001 alle società fallite.
Il problema della tutela dei creditori della massa fallimentare: le decisioni
delle Sezioni Unite ............................... . 120
8. (Segue) E la soluzione adottata nel Codice della crisi (d.lgs. n. 14/2019) . 128
SEZIONE IV - LE SOCIETÀ ESTINTE PER CANCELLAZIONE DAL REGISTRO DELLE IMPRESE
9. La sorte delle società cancellate dal registro dell’imprese. Le oscillazioni
della giurisprudenza .............................. . 133
10. (Segue) Qualche considerazione critica ................... . 136
SEZIONE V - LE SOCIETÀ SOTTOPOSTE A MISURE DI PREVENZIONE
11. I nuovi artt. 34 e 34-bis del Codice Antimafia ............... . 141
12. Specificità del modello organizzativo nelle imprese sottoposte a controllo o
amministrazione giudiziaria .......................... . 146
13. La procedura per l’adozione del modello organizzativo e le valutazioni di
competenza del Commissario ........................ . 152
14. L’organismo di vigilanza nelle società sottoposte a controllo giudiziario ed
i rapporti con l’amministratore giudiziario ................. . 157
15. La responsabilità dell’amministratore giudiziario in caso di mancata adozione del modello organizzativo ....................... . 159
SEZIONE VI - ENTI E SOCIETÀ STRANIERE
16. Premessa .................................... . 160
17. Le posizioni contrarie all’assoggettabilità degli “enti stranieri†alla disciplina di cui al d.lgs. n. 231/2001 ....................... . 162
18. La tesi che riconosce la giurisdizione italiana nei confronti degli enti
stranieri ..................................... . 165
19. La pronuncia della Cassazione sulla “strage di Viareggio†(Cass., sez. IV, n.
32899/2021) .................................. . 170
20. Qualche considerazione finale: quale criterio di giudizio per la compliance
straniera? .................................... . 174
SEZIONE VII - LE SOCIETÀ A PARTECIPAZIONE PUBBLICA
21. Qualche cenno sulle società a partecipazione pubblica .......... . 179
22. La responsabilità da reato degli “enti pubblici economici†ed alcune
risalenti pronunce giurisprudenziali ..................... . 182
23. La responsabilità da reato delle società a partecipazione pubblica ... . 188
INDICE SOMMARIO
IX
CAPITOLO 5
IL D.LGS. N. 231/2001 NEI GRUPPI DI SOCIETÀ
1. Premessa .................................... . 1932. Il gruppo e la holding quale diretti destinatari del sistema sanzionatorio del
decreto n. 231 ................................. . 1963. La capogruppo quale amministratore di fatto delle società controllate . . 2054. L’obbligo della holding di impedire la commissione di illeciti da parte delle
controllate ................................... . 2085. Conclusioni: la responsabilità del gruppo di imprese non presenta significativi profili di differenziazione rispetto agli ordinari criteri di imputazione
del decreto n. 231 ............................... . 2126. I modelli organizzativi nelle società collegate e nei gruppi d’impresa . . . 2207. (Segue) I modelli organizzativi nelle società italiane inserite in gruppi
stranieri ..................................... . 225CAPITOLO 6
WHISTLEBLOWING E MODELLO ORGANIZZATIVO.
QUALCHE APPUNTO PER EVITARE EQUIVOCI
1. Premessa .................................... . 2312. I soggetti autori della segnalazione ..................... . 2323. L’anonimato del segnalante .......................... . 2344. I destinatari della segnalazione ........................ . 2405. L’oggetto della segnalazione. Le violazioni del Modello organizzativo . . 2436. (Segue) Le condotte illecite .......................... . 2467. La gestione delle segnalazioni. L’analisi della sua veridicità ....... . 2508. (Segue) Le determinazioni della società una volta accertata la fondatezza
della segnalazione ............................... . 255CAPITOLO 7
L’ORGANISMO DI VIGILANZA:
COMPITI, COMPOSIZIONE E RESPONSABILITÀ
1. Premessa e presentazione del lavoro .................... . 2572. Funzione e ruolo dell’Organismo di Vigilanza nel sistema dei controlli
societari ..................................... . 2593. Gli equivoci sulla funzione dell’Organismo di Vigilanza nel sistema 231.
Dal riconoscimento della sua importanza all’interno dell’assetto organizzativo al rischio di una eccessiva accentuazione dei suoi compiti .... . 2684. Il ruolo dell’Organismo di Vigilanza: dal controllo sul rispetto del modello
all’obbligo di impedimento del reato? ................... . 272INDICE SOMMARIO
X
5. La responsabilità penale dell’organismo di vigilanza. a) I reati propri:
concussione, corruzione, omicidio e lesioni colpose conseguenti a violazioni antinfortunistiche, reati societari ................... . 281
6. (Segue) b) I reati comuni richiamati dagli artt. 24 e seguenti del d.lgs. n.
231/2001 .................................... . 290
7. (Segue) c) Le responsabilità penali derivanti dalla violazione dell’obbligo di
segretezza .................................... . 294
8. La composizione dell’Organismo di Vigilanza ............... . 304
9. L’Organismo di Vigilanza nei gruppi d’impresa .............. . 320
10. L’Organismo di Vigilanza negli enti di piccole dimensioni ........ . 326
CAPITOLO 8
TEMPO E DURATA DEL PROCESSO AGLI ENTI
FRA PRESCRIZIONE E IMPROCEDIBILITÀ
1. La disciplina in tema di prescrizione .................... . 333
2. Esercizio dell’azione penale ed interruzione della prescrizione. Un contrasto di giurisprudenza risolto in modo non condivisibile. ......... . 337
3. Il nuovo art. 344-bis c.p.p. ed il processo de societate. Anche per gli enti
opera la disciplina in tema di improcedibilità ? L’opinione favorevole . . 340
4. (Segue) Qualche considerazione in senso contrario ............ . 345
CAPITOLO 9
CAUSE DI NON PUNIBILITÀ, CAUSE DI ESTINZIONE
DEL REATO E PROCESSO ALLE SOCIETÀ
1. Le nuove cause di non punibilità ed il silenzio del legislatore circa la loro
estensione agli enti collettivi. ......................... . 351
2. Cause di non punibilità , restorative justice e compatibilità con il sistema
sanzionatorio delle società .......................... . 353
3. La previsione dell’art. 8 d.lgs. n. 231/2001 e il principio dell’autonomia
della responsabilità dell’ente ......................... . 359
4. Cause di non punibilità della persona fisica, cause di estinzione del reato e
responsabilità da delitto degli enti collettivi. Considerazioni generali . . . 363
5. La particolare tenuità del fatto. La posizione della giurisprudenza e della
dottrina ..................................... . 366
6. (Segue) Nostre considerazioni ........................ . 373
7. La messa alla prova .............................. . 378
8. (Segue) Qualche riflessione fra considerazioni de iure condendo ..... . 389
9. (Segue) E gli insegnamenti di esperienze straniere ............. . 397
10. La collaborazione processuale ........................ . 405
11. (Segue) Le investigazioni interne all’ente in U.S.A. e Gran Bretagna . . . 408
12. (Segue) Qualche considerazione finale. La rilevanza (di fatto) delle investigazioni interne all’ente ............................ . 420
INDICE SOMMARIO
XI
13. (Segue) Un’ipotesi di disciplina per le investigazioni interne all’ente . . . 42514. L’oblazione ................................... . 43215. Remissione di querela ed estinzione del reato per condotte riparatorie ex
art. 162-ter c.p. ................................. . 43716. La sospensione condizionale della pena ................... . 441CAPITOLO 10
LA COSTITUZIONE DI PARTE CIVILE.
FRA RISPOSTA NEGATIVA DELLA CASSAZIONE,
RESISTENZE DELLA GIURISPRUDENZA DI MERITO
E QUALCHE CONSIDERAZIONE PRATICA
1. Un dibattito che pare destinato a non trovare fine ............ . 4452. Le ragioni a sostegno dell’ammissibilità della costituzione di parte civile . 4463. La tesi maggioritaria che esclude la possibilità della costituzione di parte
civile ....................................... . 4494. L’apparente arresto del dibattito: la posizione della Cassazione (e della
Corte costituzionale) .............................. . 4535. Nuovi “sussulti†della giurisprudenza di merito (pugliese) ........ . 4566. Considerazioni finali. Un tentativo di sintesi ................ . 4617. (Segue) Con qualche apertura problematica ................ . 468CAPITOLO 11
LA VALUTAZIONE GIUDIZIALE DEL MODELLO:
“RISCHIO RESIDUO ACCETTABILEâ€,
IMPLEMENTAZIONE IN ACTION
E PROVA DELL’ELUSIONE FRAUDOLENTA.
1. Premessa .................................... . 4752. L’obiettivo del modello organizzativo .................... . 4813. Il modello idoneo è quello che lascia residuare in azienda un “rischio
accettabile†................................... . 4894. Ad ogni impresa il proprio rischio (accettabile) ed il proprio modello
organizzativo .................................. . 4975. La verifica giudiziale dell’adeguatezza del modello ............ . 5016. Il vero e spesso tralasciato requisito di adeguatezza del modello: la sua
effettiva applicazione ............................. . 5067. Gli indici di effettiva applicazione del modello: la formazione dei dipendenti ed il sistema sanzionatorio ....................... . 5088. Il ruolo dell’“elusione fraudolentaâ€. L’onere probatorio gravante sulla
società ...................................... . 5129. La definizione di “elusione fraudolentaâ€. Le posizioni della dottrina e le
pronunce della Cassazione sul caso Impregilo ............... . 52010. La “elusione fraudolenta†come concetto di relazione .......... . 525INDICE SOMMARIO
XII
11. La regola di giudizio nel processo agli enti collettivi: il criterio civilistico del
“più probabile che no†o lo standard del processo penale dell’“oltre ogni
ragionevole dubbio� ............................. . 536
Indice analitico .................................... . 549
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