Elenco delle principali abbreviazioni ....................................................... XIX
CAPITOLO PRIMO
L’AUTONOMIA CONTRATTUALE E LA LEX MERCATORIA
NEL COMMERCIO INTERNO E INTERNAZIONALE
(Pasquale Stanzione)
Guida bibliografica ................................................................................... 3
1.1. Lo ius ex non scripto e l’esigenza di una sua indagine storica,
compiuta attraverso l’analisi del principio della personalita`
delle leggi e del ruolo assunto costantemente dalle associazioni
di categoria ................................................................................... 9
1.1.1. L’origine storica della prassi tout court ......................... 11
1.2. La rilevanza degli usi nella gerarchia delle fonti adottata nel
codice di commercio italiano del 1882; la funzione obbligatoria
e vincolante di detta fonte ..................................................... 16
1.2.1. Superamento della distinzione degli usi commerciali
dalle consuetudini ........................................................... 20
1.2.2. La prassi nelle sue molteplici accezioni: un’indagine
storica .............................................................................. 23
1.3. Nozione di fonte del diritto e di norma giuridica ..................... 27
1.3.1. La rilevanza ed i limiti del principio dell’effettivita` e
del fatto in se´ .................................................................. 30
1.4. (Segue). La presunta capacita` normativa del fatto ..................... 34
1.4.1. Usi e consuetudini come considerati dal codice civile
italiano del 1942, nonche´ dalla giurisprudenza e dalla
legislazione speciale del nostro ordinamento ............... 37
1.4.2. Gli usi nel contratto di somministrazione .................... 39
1.4.3. Gli usi in ulteriori ipotesi peculiari ............................... 40
1.4.4. Taluni riferimenti a discipline di settore ....................... 42
1.5. (Segue). Il diverso ruolo degli usi tout court, a seconda delle
esigenze considerate dal legislatore: la necessita` di un’indagine
casistica. Usi e consuetudini: l’inopportunita` del riferimento
agli opinabili criteri offerti dalla giurisprudenza; cenni all’ipotesi
degli usi aziendali .................................................................. 46
1.6. Gli usi nel codice italiano della navigazione .............................. 50
1.6.1. (Segue). Il loro ruolo nell’ipotesi di deroga alla giurisdizione
........................................................................... 54
1.7. L’importanza degli usi e della c.d. lex mercatoria nel processo
di unificazione della disciplina del commercio internazionale . 57
1.7.1. Prassi contrattuali e commercio internazionale ............ 60
1.7.2. I principi Unidroit .......................................................... 62
1.8. Gli usi che integrano il regolamento negoziale nell’ipotesi della
vendita internazionale .................................................................. 65
1.8.1. La Convenzione di Vienna e il ruolo dell’Unidroit ..... 68
1.8.2. La Convenzione di Vienna ed i limiti espressi nella
normativa convenzionale ................................................ 71
1.8.3. Gli usi e la buona fede oggettiva, quale principio informatore
del diritto internazionale inteso in senso
lato ................................................................................... 74
1.9. Impostazione metodologica: superamento della concezione
pubblicistica degli usi tout court e ricostruzione del fenomeno
nell’ambito dell’iniziativa privata. Cenni e critiche all’identificazione
degli usi in un « diritto di classe ». La prassi quale
componente la globalita` dell’esperienza. L’importanza del
ruolo del giurista: la garanzia dell’unitarieta` dell’ordinamento e
della supremazia della fonte costituzionale ................................ 77
1.10. (Segue). L’uniformita` del diritto, in particolare del commercio
internazionale, e l’esigenza prioritaria della globalizzazione del
mercato ......................................................................................... 81
1.10.1. La presunta efficacia normativa della c.d. lex mercatoria
— quale legislazione di diritto privato uniforme ... 85
1.10.2. Il principio di legalita` costituzionale ed i valori fondamentali
del personalismo e del solidarismo .................. 89
1.11. Prassi commerciali e tutela del consumatore: prospettive metodologiche
....................................................................................... 92
1.11.1. Il ruolo della lex mercatoria ........................................... 94
1.11.2. La funzione dell’interprete ............................................ 96
CAPITOLO SECONDO
PRASSI COMMERCIALI E AUTONOMIA CONTRATTUALE
(Giovanni Sciancalepore)
Guida bibliografica ................................................................................... 101
VIII INDICE SOMMARIO
2.1. Nozione di clausola: la clausola come proposizione, come prescrizione
negoziale autonoma, come disposizione normativa
imposta ex lege ............................................................................. 110
2.1.1. La clausola-negozio e la sua autonomia causale; la
clausola parte .................................................................. 114
2.1.2. La clausola semplice, composta e complessa. La clausola
tout court — quale elemento del contenuto del
negozio — ed il fenomeno dell’interpretazione ........... 118
2.1.3. Il problema della volonta` delle parti con riferimento
alla singola clausola ed al relativo contratto ................. 120
2.2. Le clausole d’uso quali clausole utilizzate consuetudinariamente
nei singoli contratti ........................................................... 122
2.2.1. Critica della suddetta identificazione, in forza della distinzione
tra clausole d’uso, clausole di stile e clausole
ripetitive .......................................................................... 124
2.2.2. L’art. 1340 cod. civ. e l’attitudine regolamentare del
comportamento assunto usualmente in talune fasi di
determinati affari ............................................................ 126
2.3. (Segue). L’art. 9 delle cc.dd. Preleggi, la funzione delle Raccolte
Provinciali curate dalle singole Camere di Commercio ed il
ruolo degli usi, cosı` come « codificati » ..................................... 132
2.3.1. La formazione degli usi ed il profilo sociologico: dai
costumi agli usi giuridicamente rilevanti. L’accertamento
degli usi e l’opportuna valutazione problematica
cui dovrebbero conformarsi le commissioni camerali
.................................................................................... 135
2.3.2. Gli usi e la forma linguistica adottata, di volta in volta,
nelle Raccolte Provinciali. Gli usi ed i contratti atipici . 137
2.4. Le varie nature degli usi richiamati dall’art. 1340 cod. civ., siccome
concepite secondo le singole ricostruzioni teoriche ........ 140
2.4.1. (Segue). Gli usi giuridici o normativi ............................ 145
2.4.2. I fautori della normativita` degli usi .............................. 147
2.4.3. Disamina, anche in chiave storica, dell’art. 1340 cod.
civ. .................................................................................... 151
2.5. (Segue). Gli usi individuali .......................................................... 153
2.6. (Segue). Gli usi contrattuali o negoziali ...................................... 157
2.6.1. Le problematiche applicative conseguenti alla qualificazione:
la (in)derogabilita` delle norme dispositive; la
(ir)rilevanza della volonta` dei contraenti; l’ammissibilita`
dei mezzi di prova; la (im)proponibilita` del ricorso
in Cassazione .................................................................. 162
2.7. (Segue). Criticata ricostruzione delle clausole d’uso operanti
automaticamente ope legis, ovvero aventi funzione suppletiva . 167
INDICE SOMMARIO IX
2.7.1. Natura negoziale delle clausole d’uso, intese come proposizione
contrattuale. Volonta` dei contraenti relativa
all’efficacia delle clausole d’uso, e all’operativita` del
precetto che con esse si afferma ................................... 169
2.7.2. L’art. 1340 cod. civ. e le pratiche generalizzate. Superamento
della teoria degli usi individuali. Le clausole
d’uso produttive di effetti giuridici, in quanto concordemente
volute dai contraenti ....................................... 173
2.8. L’art. 1340 cod. civ. e la rilevanza della volonta` dei contraenti,
in ipotesi di inoperativita` delle clausole d’uso: dichiarazione
negoziale e comportamento concludente. Facta concludentia e
l’esigenza della coincidenza delle volonta` dei contraenti in ordine
al regolamento di interessi, quindi, alle clausole d’uso .... 176
2.9. (Segue). L’accertamento della volonta` negativa: il limite temporale
ed il momento della conclusione del contratto. La volonta`
ostativa resa attraverso una dichiarazione facente parte del regolamento
negoziale ovvero trasfusa in un documento autonomo;
l’esigenza del collegamento causale e formale con il contratto
cui essa afferisce ................................................................ 181
2.9.1. La teoria della volonta` presunta — ove non sia effettivamente
riscontrabile il dissenso manifestato in ordine
alle clausole d’uso — e le ragioni della sua inattendibilita`.
L’art. 1340 cod. civ. e l’inapplicabilita` del criterio
ermeneutico di cui alla volonta` presunta. L’inammissibilita`
del giudizio relativo alla ignoranza (in)colpevole
dei contraenti ai fini della (in)operativita` delle
clausole d’uso .................................................................. 183
2.10. (Segue). La proposta inefficacia delle clausole in questione qualora
chi ne reclami l’inoperativita` dia prova di ignorare la vigenza
degli usi specifici. La manifestazione espressa di volonta`
diretta all’operativita` dell’art. 1340 cod. civ.: il problema della
volonta` positiva parziale .............................................................. 187
2.10.1. La tematica delle clausole d’uso con riguardo ai contratti
a forma vincolata: il presupposto che il rinvio alla
fonte esterna abbia la forma prescritta per il negozio
principale. L’ipotesi della dichiarazione « positiva » e
l’operativita` del precetto contenuto nelle clausole
d’uso, pur se carente della forma dovuta: l’integrazione
del (solo) regolamento, ai sensi dell’art. 1340
cod. civ. L’inadeguatezza del rinvio — per carenza di
forma — determinato con comportamento omissivo .. 189
2.11. La proposta cognizione effettiva delle clausole d’uso ed il requisito
minimale della conoscibilita` disposto al comma 1 del-
X INDICE SOMMARIO
l’art. 1341 cod. civ.: analisi di un’apparente discriminazione,
anche in forza del criterio disposto all’art. 1326 cod. civ. La dichiarazione
recettizia e la conoscenza del contenuto e del significato
della stessa, ai sensi dell’art. 1335 cod. civ. La piena cognizione
quale conseguenza ineluttabile della creazione concorde
del testo contrattuale. Il requisito della semplice conoscibilita`
secondo l’impostazione tradizionale ............................. 193
2.12. (Segue). L’influenza al riguardo esercitata dalla normativa speciale
e di settore, attraverso l’introduzione di un « neo-formalismo
contrattuale », quale garanzia di idonea informazione da
parte dell’aderente-non predisponente. Superamento della rigida
alternativa conoscenza-conoscibilita` a favore di specifici
obblighi di informazione e di « trasparenza » ........................... 197
2.12.1. La dottrina che propone la equiparazione dei fenomeni
di cui agli artt. 1340 e 1341 cod. civ., riconoscendo
in entrambe le ipotesi gli effetti naturali del
singolo contratto concluso; rilevando, altresı`, una comune
funzione preclusiva (della volonta` delle parti nel
caso dell’art. 1340 cod. civ.; dell’ignoranza incolposa
nella fattispecie di cui all’art. 1341, comma 1, cod.
civ.) .................................................................................. 201
2.13. Le clausole d’uso vessatorie e i dubbi interpretativi in ordine
all’applicazione della disciplina offerta dall’art. 1340 cod. civ.
ovvero dal comma 2 dell’art. 1341 cod. civ. .............................. 204
2.13.1. L’opinabile conclusione della qualificazione in termini
di eccezionalita` dell’art. 1341 cod. civ. ......................... 208
2.13.2. L’analisi dell’« evoluzione » giurisprudenziale: dall’inutilita`
della specifica approvazione per iscritto delle
clausole d’uso onerose (cosı` Trib. Genova, 25 luglio
1949)... all’inutilita` della specifica approvazione per
iscritto delle clausole d’uso onerose (piu` di recente
Cass. 14 marzo 1986, n. 1729) ...................................... 211
2.14. (Segue). L’opzione della specifica sottoscrizione delle clausole
d’uso vessatorie. Le motivazioni della scelta inerente alla soluzione
de iure condito: l’inesistenza di una determinata volonta`
e la garanzia di consapevolezza offerta dalla prescrizione formale.
Le ragioni addotte con riferimento alla proposta ricostruzione
dell’art. 1340 cod. civ. in termini volontaristici: l’utilita`
del dibattito relativo alle clausole vessatorie elaborate durante
la fase delle trattative. L’« ultrattivita` » del requisito della
vessatorieta` e l’obbligo dell’approvazione per iscritto anche
delle clausole onerose « negoziate » ........................................... 215
INDICE SOMMARIO XI
CAPITOLO TERZO
PRASSI NEGOZIALI: IPOTESI APPLICATIVE
(Giovanni Sciancalepore)
Guida bibliografica ................................................................................... 223
3.1. Il criterio d’interpretazione oggettiva dell’art. 1368 cod. civ. ... 234
3.1.1. L’inappagante formulazione del comma 2 dell’art.
1368 cod. civ., in relazione a talune ipotesi concrete .. 238
3.1.2. Gli usi interpretativi, intesi nel senso di pratiche generali;
superamento della ricostruzione in termini di usi
individuali. Riferimenti dottrinali e giurisprudenziali
alla concezione degli usi interpretativi come usi negoziali
.................................................................................. 241
3.1.3. L’art. 1368 cod. civ., quale norma non dotata di contenuto
precettivo, e, pertanto, indirizzata esclusivamente
all’interprete. L’inidoneita` degli usi interpretativi a colmare
le eventuali lacune di cui constino le dichiarazioni
negoziali ................................................................. 243
3.1.4. L’autonomia, non solo funzionale, degli usi — quali
criteri ermeneutici — rispetto alle consuetudini: individuazione
dei « momenti » differenziali (l’equivoco
delle distinzioni fondate solo sulla vetustas ovvero sull’opinio
iuris). Le conseguenze, in concreto, dell’autonomia
degli usi interpretativi ......................................... 249
3.1.5. Analisi della teoria che ascrive gli usi interpretativi nell’ambito
degli usi normativi. Cenni ad impostazioni
definibili intermedie ....................................................... 250
3.2. (Segue). L’art. 1368 cod. civ. e la tematica della deroga al diritto
disponibile ad opera degli usi interpretativi. Deroga, cosı` come
concepita in astratto, eventualmente limitata alle sole norme
interpretative ................................................................................. 252
3.2.1. L’improponibilita`, comunque, di una simile ipotesi attesa
l’inadeguatezza, in tal senso, della volonta` espressa
attraverso dichiarazioni dal significato equivoco (l’immaginabile
possibilita` di deroga ad usi interpretativi
che operino praeter legem). L’irrilevanza della volonta`
delle parti rispetto all’(in)operativita` del criterio di cui
all’art. 1368 cod. civ. e con riferimento alla conoscenza
— o meno — degli usi interpretativi « vigenti » .... 254
3.2.2. La (proposta) possibilita` che la funzione dell’art. 1368
cod. civ. possa essere assunta dagli usi sia normativi
che negoziali, utilizzati — ovviamente — per finalita`
ermeneutiche. Le ragioni di una simile « apertura ».
XII INDICE SOMMARIO
La peculiarita` funzionale dell’art. 1368 cod. civ. e la
conseguente distinzione dalla ratio dell’art. 1340 cod.
civ. .................................................................................... 257
3.3. L’art. 1374 cod. civ. e l’origine storica dell’integrazione negoziale:
dal cod. civ. del 1865 alla codificazione del 1942. Il superamento
della limitazione del fenomeno integrativo al momento
dell’interpretazione ........................................................... 260
3.4. (Segue). Critiche alla concezione per cui l’art. 1374 cod. civ.
rappresenterebbe il limite (esterno) dell’autonomia privata; il
ruolo determinante delle fonti del regolamento contrattuale.
L’opinabilita` della funzione suppletiva in virtu` delle complesse
finalita` intrinseche dell’integrazione ed in ragione della possibilita`
che l’art. 1374 cod. civ. possa non colmare talune lacune
di cui potrebbe constare il regolamento di interessi ................. 264
3.4.1. Interpretazione-integrazione; contenuto-effetti: i motivi
dell’inattendibilita` di una rigida ed aprioristica differenziazione,
in virtu` di una certa coincidenza ontologica
tra interpretazione ed integrazione ....................... 266
3.4.2. L’incidenza degli effetti legali sulla funzione del regolamento
di interessi. L’integrazione quale momento del
processo cognitivo non limitabile alla fase effettuale
del contratto ................................................................... 270
3.5. (Segue). L’(in)efficacia dell’art. 1374 cod. civ. e l’eventuale rilevanza
della volonta` dei contraenti. Il pericolo insito nel ricorso
alla presunzione di volonta`. La cogenza dell’art. 1374 cod. civ.
ed il problema della qualificazione delle singole fonti cui lo
stesso rinvia .................................................................................. 274
3.5.1. Cenni problematici relativi all’(in)derogabilita` degli usi
e dell’equita`. L’art. 1374 cod. civ. ed il richiamo della
sola legge in senso sostanziale. Esclusione del riferimento
alle norme imperative, riconoscimento del rinvio
alle norme dispositive e suppletive ......................... 276
3.5.2. L’inattendibile distinzione dell’integrazione cogente
dall’integrazione dispositiva. L’imperativita` dell’art.
1374 cod. civ., al di la` della qualificazione delle singole
fonti cui lo stesso rinvia. L’esigenza dell’autonomia
funzionale dell’art. 1374 cod. civ. rispetto all’art. 1339
cod. civ. ........................................................................... 277
3.5.3. La peculiare ratio dell’inserzione automatica di clausole
tra nullita` parziale e principio di conservazione
del negozio ...................................................................... 281
3.5.4. Cenni alla possibile omogeneita` funzionale tra l’art.
1339 cod. civ. ed il rimedio dell’art. 1424 cod. civ. ..... 282
INDICE SOMMARIO XIII
3.6. (Segue). L’art. 1374 cod. civ., l’art. 1340 cod. civ. ed il rinvio
agli usi normativi e contrattuali: le numerose conseguenze della
qualificazione ................................................................................ 286
3.6.1. La complessita` della sintesi degli effetti essenziali dell’art.
1374 cod. civ., anche con riferimento all’ipotesi
applicativa del contratto di portierato .......................... 289
3.7. Gli usi aziendali e le fonti di produzione del rapporto di lavoro
subordinato ................................................................................... 292
3.7.1. L’art. 2078 cod. civ. ed il relativo rinvio agli usi normativi
.................................................................................... 293
3.7.2. L’autonomia degli usi aziendali nelle argomentazioni di
una sentenza della Corte di Cassazione: il pericolo
della confusione con gli usi dell’art. 2078 cod. civ. e
con le relative modalita` operative ................................. 298
3.8. (Segue). Cenni alla peculiarita` ed alla complessita` del sistema
laburistico. L’efficacia degli usi aziendali con riferimento alla
c.d. teoria contrattualistica ed istituzionalistica ......................... 302
3.8.1. Individuazione del luogo ove possono formarsi gli usi
aziendali. I comportamenti reiterati dell’imprenditore
e l’impossibile richiamo della categoria degli usi individuali
.............................................................................. 306
3.8.2. Gli usi aziendali e le pertinenti incertezze giurisprudenziali
............................................................................ 308
3.8.3. Gli usi aziendali come usi negoziali .............................. 310
3.8.4. Ragioni dell’inopportuna identificazione con gli usi
normativi ed interpretativi ............................................. 315
3.9. (Segue). Momento di « perfezionamento » dell’uso aziendale; il
problema dell’inserimento nel contratto di lavoro individuale e
la nascita del relativo diritto soggettivo del dipendente-beneficiario.
La presunta modificazione causale: da liberalita` ad uso
aziendale. Il superamento di un’analisi limitata all’eventuale individuazione
dell’evoluzione della condotta spontanea dell’imprenditore.
La necessita` di una ricostruzione in termini d’interpretazione,
ex art. 1362 cod. civ., e la rilevanza di un possibile
programma negoziale del datore di lavoro ................................ 320
3.10. (Segue). L’integrazione del contratto individuale di lavoro subordinato
con gli usi aziendali. La teoria tedesca del tacito richiamo,
come riproposizione della teoria della promessa al
pubblico: le numerose obiezioni fondate sulla disomogeneita`
del negozio promissorio rispetto alle prerogative dell’operativita`
degli usi aziendali .................................................................. 324
3.10.1. La prestazione ulteriore e la volonta` dei contraenti; la
concorde relatio ed il conseguente maggior favor per il
prestatore d’opera .......................................................... 328
XIV INDICE SOMMARIO
3.10.2. Il problema dell’apparente unilateralita` della prestazione
« non dovuta »: l’inserimento in un rapporto
contrattuale caratterizzato dalla corrispettivita` delle
utilita` ............................................................................... 330
3.10.3. Gli usi aziendali ed il beneficiario meramente individuabile:
la presunta forza espansiva dell’obbligatorieta`
della disciplina usuale, al di la` degli usufruitori originari.
Il riferimento alla tutela antidiscriminatoria alla
luce di un recente trend giurisprudenziale ................... 336
3.10.4. La « ragionevolezza » e la « conoscibilita` » delle scelte
gestionali, quali criteri funzionali della parita` di trattamento
............................................................................... 338
3.10.5. Il problema della possibile pretesa del neoassunto ed
il limite imposto dalla giurisprudenza. La possibile ricostruzione
nell’ambito contrattuale e la prudente utilizzazione
della parita` di trattamento, e della tutela dell’affidamento
incolposo .................................................. 343
3.10.6. Considerazioni conclusive: la preferenza di una dimensione
individuale del rapporto lavorativo; il ruolo determinante
— negli usi aziendali — delle condizioni
piu` favorevoli al dipendente .......................................... 347
3.10.7. La rilevanza positiva della parita` di trattamento; l’inesistenza
— negli usi aziendali — di una attitudine normativa
.............................................................................. 349
CAPITOLO QUARTO
LA TUTELA DEL CONSUMATORE TRA LIBERISMO
E SOLIDARISMO CONTRATTUALE
(Giovanni Sciancalepore)
Guida bibliografica ................................................................................... 357
4.1. Gli usi di banca: cenni storici all’esistenza di un presunto ordinamento
bancario. Le fonti del diritto bancario: l’art. 1 delle
Disposizioni sulla legge in generale e la problematica del rinvio
agli usi. I cc.dd. usi bancari e la loro individuazione nell’ambito
della consuetudine, degli usi negoziali e delle pratiche generali
adottate per l’interpretazione ........................................... 366
4.1.1. Osservazioni critiche alla teoria che identifica nella
consuetudine gli usi di banca cui rinvia il codice civile
................................................................................... 368
INDICE SOMMARIO XV
4.1.2. Il peculiare oggetto degli usi di banca (il riferimento
alle qualita` dei contraenti). Le Norme Bancarie Uniformi
e l’esigenza di una loro qualificazione: la ragione
del superamento di una ricostruzione in termini di usi
normativi o di usi negoziali. I rischi derivanti dall’identificazione
delle N.B.U. con le clausole d’uso .............. 372
4.1.3. Le N.B.U. e la loro qualificazione ai sensi degli artt.
1341, comma 1 e 2, e 1342 cod. civ. ............................ 376
4.1.4. La medesima soluzione proposta dagli Accordi Interbancari.
Gli statuti delle banche e il diniego della loro
efficacia normativa; l’eventuale evoluzione da disposizione
statutaria a prassi tout court ................................ 378
4.2. (Segue). La rilevanza degli usi nelle negoziazioni fondate su
crediti documentari. La propensione internazionalistica dell’operazione
considerata e la constatazione dell’inadeguatezza
delle poche norme giuridiche al riguardo utilizzabili nel nostro
ordinamento. La funzione pratica delle Norme ed Usi Uniformi
relativi ai Crediti Documentari ......................................... 381
4.2.1. Le N.U.U. come regole emerse dall’esperienza negoziale;
le ragioni della possibile identificazione con le
clausole d’uso e con la consuetudine ............................ 385
4.2.2. Natura giuridica dei crediti documentari: ragioni del
superamento dell’identificazione con la delegazione
cumulativa passiva. Rifiuto della qualificazione come
« negozio plurilaterale tipico del diritto consuetudinario
». L’aspetto regolamentare del credito documentario
.................................................................................... 389
4.3. (Segue). Gli usi di banca considerati per la determinazione del
tasso di interesse ultralegale ........................................................ 390
4.3.1. Le premesse positive della tematica .............................. 394
4.3.2. Ricostruzione delle due tendenze giurisprudenziali al
riguardo affermatesi; l’una orientata per la validita`
della clausola-tipo « interessi uso piazza »; mentre, l’altra
per la nullita`, in ragione della violazione degli artt.
1284, comma 3 e 1346 cod. civ. .................................... 399
4.3.3. L’ulteriore argomentazione proposta a sostegno della
soluzione adottata — in tema — dall’art. 117, n. 6, del
Testo Unico delle leggi in materia bancaria e creditizia:
la funzione della forma prescritta dal comma 3 dell’art.
1284 cod. civ., ritenuta come modalita` di tutela del
potenziale debitore ......................................................... 404
4.3.4. Cenni alla concezione della forma intesa non come limite
esterno ma come garanzia per la realizzazione dei
valori eletti dal legislatore .............................................. 407
XVI INDICE SOMMARIO
4.4. (Segue). Interessi ultralegali ed usi bancari: la necessita` di coordinare
i criteri interpretativi e le norme di validita` negoziale .. 411
4.4.1. La reciproca autonomia — non solo funzionale — degli
artt. 1284, comma 3, e 1346 cod. civ. ..................... 413
4.4.2. L’integrazione ab extra e l’esigenza minimale della determinabilita`
del regolamento contrattuale: l’equivocita`
del riferimento agli « usi su piazza » ............................ 416
4.5. Gli usi di borsa. Il tecnicismo della Borsa-valori: risvolti sulle
modalita` delle negoziazioni e sull’organizzazione interna ......... 421
4.5.1. Preventiva individuazione (problematica) dei contratti
di borsa; l’inutilizzabile ampia nozione offerta dal legislatore
tributario; i limiti delle poche ed inadeguate
norme esistenti ................................................................ 422
4.5.2. Il ricorso agli usi per la compiuta regolamentazione
degli accordi relativi alle operazioni finanziarie. L’utilizzazione
a fini ermeneutici dei comportamenti ripetuti
nelle contrattazioni borsistiche ............................... 425
4.5.3. La teoria secondo cui i contratti di borsa andrebbero
analizzati ai sensi degli artt. 1374 e 1340 cod. civ. ...... 428
4.5.4. Le critiche derivanti dal pericolo di identificare la
Borsa con un « ordinamento speciale »; i numerosi interventi
legislativi nazionali. La Borsa come espressione
di un mercato caratterizzato da un’omogeneita` di
interessi ........................................................................... 432
4.5.5. Gli usi di borsa come clausole d’uso: la proposta operativita`
dell’art. 1340 cod. civ., in quanto voluta dai
contraenti, e l’esigenza della coerenza con riguardo a
taluni interventi legislativi di settore ............................. 436
4.6. Le clausole abusive: cenni critici (non solo formali) alla novella
con cui si e` attuata la direttiva CEE 93/13 ............................... 439
4.6.1. Il passaggio dalla tutela formale — disposta dagli artt.
1341 e 1342 cod. civ. — ad una tutela di tipo contenutistico
............................................................................... 445
4.6.2. Le figure del « professionista » e del « consumatore »,
quali presupposti soggettivi per l’applicazione degli
artt. 1469-bis e ss. cod. civ. ............................................ 448
4.6.3. Problematiche in ordine alla specifica ricostruzione
teorica e di tipo applicativo ........................................... 450
4.6.4. La proposta soluzione ermeneutica .............................. 455
4.7. (Segue). Le clausole abusive contenute nella « grey list » e nella
« black list » .................................................................................. 460
4.7.1. Il ruolo specifico delle trattative individuali: questioni
interpretative in ordine alla sua individuazione ........... 462
INDICE SOMMARIO XVII
4.7.2. Il rapporto tra il negoziato individuale ed il « significativo
squilibrio » normativo (tra diritti ed obblighi).
L’ulteriore relazione tra lo squilibrio normativo e la
buona fede: l’equivoco conseguente all’erronea formulazione
del comma 1 dell’art. 1469-bis ......................... 466
4.7.3. La buona fede oggettiva e soggettiva: l’inaffidabilita` —
al riguardo — di una simile rigida distinzione ............ 470
4.7.4. Il ruolo delle trattative ed il confronto tra gli usi negoziali
e le clausole abusive: la centralita` della libera e
reale volonta` dei disponenti, quale ipotesi applicativa
di « negoziato individuale » ........................................... 472
4.8. Considerazioni conclusive. Gli esiti dell’indagine storica relativa
alla prassi. Le clausole d’uso e la rilevanza della volonta`
delle parti contraenti .................................................................... 475
4.8.1. La proposta ricostruzione dell’art. 1340 cod. civ. e la
necessita` della sua coerenza con la ratio di talune leggi
speciali e di settore: la comune esigenza di una tutela
fondata sull’informazione del c.d. contraente debole .. 479
Indice bibliografico ................................................................................... 485
Indice cronologico delle pronunce ........................................................... 495