Il Trattato delle procedure concorsuali, composto da cinque volumi - frutto del lavoro di giuristi, magistrati ed esperti della materia -, si propone di offrire un quadro completo della disciplina delle crisi d'impresa: gli istituti sono ricostruiti nella loro evoluzione normativa e giurisprudenziale, analizzando in modo chiaro ed esaustivo le interpretazioni offerte dalla dottrina e prospettando autorevoli soluzioni sulle questioni piu' attuali e controverse, alla luce degli effetti delle riforme operate sul sistema del diritto concorsuale, delle leggi speciali e quindi delle ultime novita' intervenute in materia. Dopo un'introduzione generale che, attraverso i riferimenti storici alla genesi del diritto fallimentare moderno, la descrizione delle esigenze di riforma della legge del '42 e l'illustrazione dei tratti salienti dei modelli di riferimento, si sofferma sugli aspetti essenziali della riforma e su suoi possibili miglioramenti, l'Opera approfondisce nei primi tre volumi l'analisi delle regole, vecchie e nuove, del fallimento.
Nello specifico, il Volume I, muovendo in termini generali dall'evoluzione storica delle crisi d'impresa, nel quadro di una comparazione con i modelli stranieri, e prospettando le nuove 'frontiere' del sistema delle procedure concorsuali, disamina: i presupposti soggettivi e oggettivi del fallimento; il fallimento delle societa', nonche' delle societa' pubbliche e in mano pubblica; il processo di fallimento, ripercorrendone tutte le fasi e le questioni relative alla giurisdizione e alla competenza; gli organi preposti alla procedura fallimentare, approfondendo le complesse azioni ed interazioni tra gli stessi.
Il Volume II approfondisce, in primis, i profili inerenti gli effetti del fallimento: per il fallito e i creditori, sugli atti pregiudizievoli ai creditori e specificatamente le azioni revocatorie, sui rapporti giuridici pendenti. Si affronta altresi' il tema dello stato passivo: i principi della formazione, l'esclusivita' dell'accertamento del passivo, la previsione di insufficiente realizzo, la fase iniziale del procedimento di accertamento, la domanda di insinuazione, la formazione del progetto di stato passivo, l'udienza di verifica e la decisione, le domande tardive, le domande di rivendica e di restituzione, le impugnazioni, il procedimento.
Il Volume III, esamina sia gli aspetti relativi ai sigilli, all'inventario, e alla custodia nel fallimento, sia alla gestione dell'impresa nel fallimento, alla liquidazione e alla distribuzione dell'attivo e alla chiusura del fallimento. Una parte del volume si sofferma sull'esdebitazione, con un approfondimento alla disciplina della procedura di composizione della crisi da sovraindebitamento introdotta nel 2012, destinata ai debitori non assoggettabili ad altre procedure concorsuali.
Il Volume IV e' interamente dedicato alle soluzioni concordate della crisi, e quindi al concordato fallimentare, al concordato preventivo, agli accordi di ristrutturazione dei debiti e ai piani di risanamento, istituti che rappresentano la parte piu' innovativa ma anche piu' problematica della riforma.
Nel Volume V sono contenute le complesse problematiche concernenti l'amministrazione straordinaria, la liquidazione coatta amministrativa, le procedure concorsuali transfrontaliere e l'esposizione del diverso atteggiarsi della tutela dei diritti nelle procedure concorsuali. Vengono poi affrontati i profili fiscali e penali delle procedure concorsuali e la disciplina delle crisi bancarie. L'Opera, caratterizzata da un impianto sistematico ragionato per argomenti, collegati tra loro anche con puntuali rinvii interni, e dallo spessore dell'approfondimento teorico-pratico - assicurato anche dal corposo apparato di note con puntuali riferimenti e citazioni, come ulteriore esplicazione delle questioni trattate - costituisce uno strumento indispensabile per una conoscenza esauriente della vasta e complessa materia delle procedure concorsuali.
Presentazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . V
Elenco degli Autori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . VII
Elenco delle abbreviazioni. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . IX
VOLUME I
INTRODUZIONE GENERALE ALLA DISCIPLINA
DELLE CRISI D’IMPRESA
di
Alberto Jorio
INTRODUZIONE
1. L’evoluzione storica della regolazione delle crisi d’impresa. . . . . . . . . . . . . 3
2. Il percorso della nostra disciplina concorsuale. La legge fallimentare del ’42 . . 18
3. La legge fallimentare e l’intervento dello Stato nelle grandi crisi . . . . . . . . . 26
4. Il dibattito sulla funzione delle procedure concorsuali. . . . . . . . . . . . . . . . 30
5. La legge n. 95/1979 sull’amministrazione straordinaria . . . . . . . . . . . . . . . 34
6. La nuova disciplina dell’amministrazione straordinaria . . . . . . . . . . . . . . . 37
7. La riforma della legge fallimentare e i modelli stranieri di riferimento. Il Codice
di Bankruptcy statunitense: il Chapter 11. I riflessi sulla legislazione tedesca . . . 42
8. Le leggi francesi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 59
9. Le linee guida per la riforma delle procedure concorsuali. I lavori delle commissioni
di studio e il progetto di disegno di legge . . . . . . . . . . . . . . . . . . 68
10. La riforma della legge fallimentare italiana. Il nuovo fallimento: le innovazioni
più significative. La ripartizione di poteri e funzioni tra gli organi della
procedura. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 75
11. Le soluzioni concordate. Gli accordi di ristrutturazione e i piani di risanamento. 84
12. Il nuovo concordato preventivo. Poteri del giudice e poteri dei creditori. L’evoluzione
della giurisprudenza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 87
13. Il preconcordato. Pregi e difetti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 92
14. Conclusioni. Nuove regole o più puntuale applicazione di quelle esistenti?
Adozione di misure di prevenzione e di allerta? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 95
I.
IL FALLIMENTO.
I PRESUPPOSTI SOGGETTIVI E OGGETTIVI
di
Michele Sandulli
CAPITOLO I
IL PRESUPPOSTO SOGGETTIVO
1. L’ambito soggettivo delle procedure concorsuali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 103
2. Gli elementi di qualificazione del soggetto: la qualità di imprenditore . . . . . . 106
3. Segue. I centri di interesse diversi dalle persone fisiche e dalle società . . . . . . 110
4. L’imprenditore cessato e l’imprenditore defunto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 114
5. Segue. L’esercizio di un’attività commerciale. L’imprenditore agricolo . . . . . . 118
6. Il profilo dimensionale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 122
7. Segue. L’attivo patrimoniale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 128
8. Segue. I ricavi lordi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 131
9. L’ammontare dei debiti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 133
10. Gli enti pubblici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 134
11. Le altre esclusioni ex lege. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 136
CAPITOLO II
IL PRESUPPOSTO OGGETTIVO
1. Il presupposto oggettivo per l’apertura del fallimento. . . . . . . . . . . . . . . . 137
2. Il presupposto oggettivo nell’evoluzione storica e negli altri ordinamenti (cenni). 140
3. La nozione di stato di insolvenza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 143
4. Il regolare adempimento delle obbligazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 145
5. Insolvenza e inadempimento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 150
6. La valutazione dello stato di insolvenza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 154
7. Insolvenza e accordi con i creditori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 155
8. La manifestazione dello stato di insolvenza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 157
9. Lo stato di insolvenza nelle procedure diverse dal fallimento . . . . . . . . . . . 160
10. Stato di insolvenza e stato di crisi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 163
11. Stato di insolvenza e impresa in liquidazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 165
II.
IL FALLIMENTO DELLE SOCIETÀ
di
Gino Cavalli
CAPITOLO I
I PRESUPPOSTI DEL FALLIMENTO SOCIALE
1. L’equiparazione fra società e imprenditori individuali. . . . . . . . . . . . . . . . 171
2. L’acquisto dello status d’imprenditore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 173
XVI INDICE SOMMARIO
3. La commercialità della società . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 178
4. La cessazione dell’impresa sociale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 180
5. Segue. I punti critici del nuovo art. 10. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 184
6. Società irregolari, società di fatto, società occulte . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 190
7. Gruppi associativi non societari. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 194
8. Impresa collettiva e insolvenza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 198
CAPITOLO II
GLI EFFETTI DEL FALLIMENTO SOCIALE
1. Effetti sul contratto sociale e sull’organizzazione della società fallita . . . . . . . 203
2. Fallimento della società e fallimento dei soci. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 207
3. Le categorie di soci fallibili . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 210
4. La ratio del fallimento dipendente . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 217
5. I soci occulti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 221
6. Vicende della società e fallimento dei soci. Lo scioglimento del vincolo sociale . 225
7. Segue. Trasformazione, fusione, scissione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 233
8. Rapporti fra il fallimento sociale e i fallimenti dei soci . . . . . . . . . . . . . . . . 235
9. I soci a responsabilità limitata. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 242
10. I patrimoni destinati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 248
CAPITOLO III
LE AZIONI DI RESPONSABILITÀ
1. Responsabilità per le obbligazioni sociali e responsabilità risarcitoria . . . . . . . 255
2. Le azioni di responsabilità contro gli organi sociali . . . . . . . . . . . . . . . . . . 256
3. Segue. I legittimati passivi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 260
4. Azione sociale e azione dei terzi creditori. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 263
5. Inadempimento, danno e nesso causale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 266
6. La responsabilità per l’indebita prosecuzione dell’attività d’impresa in stato di
scioglimento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 270
7. Segue. Il danno da aggravamento del dissesto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 273
8. La solidarietà dell’obbligazione risarcitoria. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 278
9. La transazione dell’azione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 280
10. La prescrizione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 281
11. Le azioni di responsabilità nella società a responsabilità limitata. . . . . . . . . . 285
12. Segue. L’azione di responsabilità nei confronti dei soci. . . . . . . . . . . . . . . . 289
13. La responsabilità da direzione unitaria . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 294
14. Il procedimento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 298
INDICE SOMMARIO XVII
III.
LE SOCIETÀ PUBBLICHE E IN MANO PUBBLICA
di
Giacomo D’Attorre
CAPITOLO I
LE SOCIETÀ PUBBLICHE E IN MANO PUBBLICA
1. Premessa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 307
2. Le tesi a favore della fallibilità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 308
3. Le tesi che escludono la fallibilità: il metodo tipologico « pubblicistico » . . . . . 312
4. Segue. L’assenza del carattere commerciale dell’attività . . . . . . . . . . . . . . . 316
5. Segue. Il metodo funzionale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 318
6. Esenzione da fallimento e aiuti di Stato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 327
7. Il fallimento delle società private che svolgono servizi pubblici essenziali . . . . 329
8. L’assoggettamento delle società in mano pubblica alle altre procedure
concorsuali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 331
9. Conclusioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 335
IV.
IL PROCESSO DI FALLIMENTO
CAPITOLO I
L’INIZIATIVA PER LA DICHIARAZIONE DI FALLIMENTO
di
Ferruccio Auletta
1. La carenza di un potere di azione in senso tecnico . . . . . . . . . . . . . . . . . . 339
2. L’iniziativa privata . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 343
2.1. L’iniziativa del creditore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 343
2.1.1. Il creditore sedicente o non legittimato . . . . . . . . . . . . . . . 343
2.1.2. Il creditore rinunciante (la c.d. desistenza) . . . . . . . . . . . . . 346
2.2. L’iniziativa del debitore. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 349
2.3. Le forme del « ricorso » . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 350
3. L’iniziativa pubblica. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 351
3.1. L’iniziativa del P.M . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 354
3.2. Le ipotesi di iniziativa del P.M. ex art. 7 n. 1). . . . . . . . . . . . . . . . . 355
3.3. I limiti della legittimazione del P.M . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 358
3.4. Segue. Sulle implicazioni dei limiti di legittimazione del P.M., per es. in
tema di « filtro » ai giudizi di reclamo ex artt. 18 e 22 l. fall. . . . . . . . 364
3.5. La richiesta del P.M. su segnalazione del tribunale . . . . . . . . . . . . . 366
3.6. Segue. Il giudice-attore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 371
XVIII INDICE SOMMARIO
CAPITOLO II
GIURISDIZIONE E COMPETENZA
di
Massimo Fabiani
Sezione I
LA GIURISDIZIONE NEL FALLIMENTO
1. La vocazione universale/territoriale del fallimento . . . . . . . . . . . . . . . . . . 377
2. La giurisdizione nel fallimento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 379
3. Giurisdizione e regolamento comunitario . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 384
4. Procedura principale e procedura secondaria . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 388
5. Rapporti fra procedure . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 391
6. Il riconoscimento delle sentenze di Stati esteri . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 393
7. Il trasferimento di sede all’estero . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 398
8. L’eccezione di giurisdizione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 400
9. Le impugnazioni contro le decisioni sulla giurisdizione e il regolamento preventivo
di giurisdizione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 402
Sezione II
LA COMPETENZA PER LA DICHIARAZIONE DI FALLIMENTO
10. Perimetro del rapporto fra fallimento e competenza. . . . . . . . . . . . . . . . . 403
11. La competenza per la dichiarazione di fallimento . . . . . . . . . . . . . . . . . . 404
12. La competenza del tribunale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 405
13. L’individuazione del tribunale competente per territorio . . . . . . . . . . . . . . 408
14. La sede principale. Nozione. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 408
15. Il trasferimento della sede . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 410
16. La rilevabilità dell’incompetenza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 412
17. Il difetto di competenza. I provvedimenti sulla incompetenza . . . . . . . . . . . 415
18. Il difetto di competenza rilevato in fase di impugnazione. . . . . . . . . . . . . . 416
19. La translatio iudicii . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 418
20. L’impugnazione del provvedimento sulla incompetenza . . . . . . . . . . . . . . 422
21. Fallimento, concordato preventivo e competenza. . . . . . . . . . . . . . . . . . . 425
Sezione III
CONFLITTI DI COMPETENZA E LE « COMPETENZE ACCESSORIE »
22. Il conflitto negativo di competenza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 427
23. Il conflitto positivo di competenza. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 428
24. Il conflitto virtuale di competenza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 432
25. Competenza e soci illimitatamente responsabili . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 433
26. Competenza e altri procedimenti concorsuali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 436
INDICE SOMMARIO XIX
CAPITOLO III
L’ISTRUTTORIA PREFALLIMENTARE
di
Roberta Tiscini
1. L’incostituzionalità dell’art. 15 l. fall. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 437
2. L’uso delle forme camerali nel contesto delle procedure concorsuali ed al di
fuori di esso . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 441
3. Segue. Ed in quello specifico dell’art. 15 l. fall. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 445
4. La natura di giudizio a cognizione piena o sommaria dell’istruttoria
prefallimentare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 446
5. Il rito applicabile per colmare le lacune del testo di legge . . . . . . . . . . . . . 453
6. Il rinvio alle disposizioni del procedimento in camera di consiglio (art. 15,
comma 1, l. fall.) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 456
7. La composizione del tribunale competente . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 459
8. Il procedimento. La forma dell’atto introduttivo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 462
9. La necessità (o meno) dell’assistenza tecnica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 463
10. La convocazione del debitore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 468
11. Segue. La convocazione necessaria del debitore quale regola generale difficilmente
suscettibile di eccezioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 469
12. Segue. Il decreto di convocazione. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 474
13. L’intervento del pubblico ministero che ha assunto l’iniziativa per la dichiarazione
di fallimento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 475
14. Il decreto di convocazione, la fissazione dell’udienza ed i relativi termini . . . . 478
15. Segue. la notificazione del decreto di convocazione. I nuovi mezzi telematici . . 481
16. Gli ulteriori termini indicati nel decreto di convocazione e la loro riduzione . . 484
17. Il contenuto del decreto di convocazione. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 488
18. Il deposito delle memorie e dei documenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 490
19. L’assenza di un regime rigido di preclusioni e la natura del rito: qualche
considerazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 491
20. Il deposito di documenti e relazioni tecniche, nonché, per l’imprenditore, dei
bilanci relativi agli ultimi tre esercizi, della situazione patrimoniale, economica,
finanziaria aggiornata . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 495
21. Le informazioni urgenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 498
22. L’udienza di comparizione ed i suoi possibili rinvii. . . . . . . . . . . . . . . . . . 502
23. Le richieste istruttorie. I profili dinamici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 504
24. L’onere della prova . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 509
25. Segue. I singoli mezzi di prova . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 513
26. La tutela cautelare nell’istruttoria prefallimentare . . . . . . . . . . . . . . . . . . 515
27. Segue. I presupposti della tutela cautelare in corso di istruttoria prefallimentare
e le singole misure . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 519
28. Il limite quantitativo dei debiti scaduti e non pagati quale sbarramento per la
dichiarazione di fallimento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 524
29. L’oggetto del processo per la dichiarazione di fallimento . . . . . . . . . . . . . . 530
CAPITOLO IV
LA SENTENZA DICHIARATIVA DI FALLIMENTO
di
Pasqualina Farina
1. Il contenuto della dichiarazione di fallimento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 533
XX INDICE SOMMARIO
2. La natura del fallimento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 535
3. Le forme della dichiarazione di fallimento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 538
4. Le caratteristiche della sentenza di fallimento e la sua (in)idoneità al giudicato. 540
5. Gli effetti della sentenza di fallimento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 544
5.1. Lo spossessamento del debitore, l’apertura del concorso ed il divieto di
azioni esecutive e cautelari individuali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 545
6. L’abrogazione del quarto comma del vecchio art. 16 l. fall. . . . . . . . . . . . . . 547
7. Comunicazione e pubblicazione della sentenza di fallimento . . . . . . . . . . . . 547
CAPITOLO V
LE IMPUGNAZIONI DEI PROVVEDIMENTI
CHE DECIDONO SULL’ISTANZA DI FALLIMENTO
di
Nicola Rascio e Clarice Delle Donne
1. Premessa. Le impugnazioni dei provvedimenti che decidono sull’istanza di
fallimento tra lex specialis e lex generalis. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 551
2. Il regime di impugnazione del provvedimento che decide della competenza del
tribunale adito per la dichiarazione di fallimento nel contesto del sistema disegnato
dagli artt. 9, 9-bis e 18 l. fall.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 553
2.1. L’impugnazione della declinatoria del tribunale adito con l’istanza di
fallimento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 554
2.2. L’impugnazione della sentenza di fallimento per motivi di incompetenza. 555
3. L’impugnazione della sentenza di fallimento: l’attuale regime di reclamo “pienamente
devolutivo” versus quello dell’appello . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 559
3.1. La polisemia del carattere “pienamente devolutivo” di un mezzo di
impugnazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 563
3.2. L’effetto devolutivo in alcune figure di reclamo già note. . . . . . . . . . 565
3.3. Il rimedio dell’art. 18 l. fall. e l’effetto devolutivo vagheggiato dalla
Relazione al d.lg. n. 169/2007: la necessità di distinguere . . . . . . . . . 568
3.3.1. Segue. a) Il dato testuale: la fisionomia del mezzo ex art. 18 l. fall. 569
3.3.2. Segue. b) Le considerazioni di sistema: la forma del provvedimento
reclamabile . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 570
3.3.3. Segue. ...la ricostruzione giurisprudenziale della disciplina dei
procedimenti innanzi alla Corte d’appello . . . . . . . . . . . . . 571
3.3.4. Segue. ...e l’idoneità al giudicato del provvedimento reclamabile. 572
3.4. La fisionomia del reclamo tra lex specialis dell’art. 18 l. fall. e lex generalis
sulle impugnazioni. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 573
3.4.1. I termini . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 575
3.4.2. La legittimazione attiva . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 578
3.4.3. La legittimazione passiva . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 580
3.4.4. La legittimazione all’intervento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 584
3.4.5. Profili procedimentali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 585
3.4.6. La sospensione della liquidazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . 587
3.4.7. I motivi di impugnazione e le conseguenze della loro omissione. 591
3.4.8. Segue. Il rilievo d’ufficio (ed i suoi vari limiti). . . . . . . . . . . . 594
3.4.9. Segue. La disciplina dei nova . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 595
3.4.10. Segue. Il riparto degli oneri probatori ed i poteri officiosi della
Corte d’appello . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 597
INDICE SOMMARIO XXI
3.4.11. La decisione nel merito e la rimessione al primo giudice . . . . 599
3.4.12. Segue. La sentenza resa in esito al reclamo ed il suo regime . . . 603
3.4.13. Segue. Gli effetti della revoca del fallimento e la relativa
decorrenza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 604
3.4.14. Segue. Le spese della procedura ed il compenso al curatore . . . 610
4. L’impugnazione del decreto di rigetto dell’istanza di fallimento. . . . . . . . . . 613
V.
GLI ORGANI PREPOSTI AL FALLIMENTO
CAPITOLO I
IL TRIBUNALE FALLIMENTARE
di
Francesco De Santis
Sezione I
SUI RAPPORTI DEL TRIBUNALE CON GLI ALTRI ORGANI DEL FALLIMENTO
1. Gli organi preposti al fallimento dopo le riforme della legge concorsuale del
2006-2007: tra gestione e giurisdizione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 624
2. Segue. Gli organi preposti al fallimento: individuazione e rapporti interorganici.
Gerarchia o coordinamento funzionale? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 629
3. Le funzioni del tribunale. In particolare: sostituzione e revoca del giudice delegato. 631
4. I decreti del tribunale ed il loro controllo giurisdizionale. In particolare: sulla
ricorribilità in Cassazione del decreto di revoca del giudice delegato . . . . . . . 634
Sezione II
IL TRIBUNALE QUALE GIUDICE « NATURALE » DELLE AZIONI CHE DERIVANO DAL FALLIMENTO
5. Il tribunale fallimentare quale giudice « naturale » delle azioni che derivano dal
fallimento: rationes normative e prospettive evolutive . . . . . . . . . . . . . . . . 637
6. La categoria « sistematico-normativa » delle azioni di massa e la sua estensione. 640
7. La categoria « sistematico-normativa » delle azioni concorsuali . . . . . . . . . . 642
8. La categoria « sistematico-normativa » delle azioni non concorsuali. . . . . . . . 644
9. La categoria « sistematico-normativa » delle azioni che derivano dal fallimento. 646
9.1. Rito ordinario e riti speciali per le azioni che derivano dal fallimento. La
competenza in materia cautelare. Rinvio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 647
9.2. Le domande di mero accertamento di pretese creditorie nei confronti
della massa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 648
9.3. Le azioni che subiscono una deviazione dal loro schema legale tipico . . 649
9.4. Rito e competenza del tribunale fallimentare nelle azioni di accertamento
del credito verso la massa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 649
9.4.1. Concentrazione delle tutele dinanzi al tribunale fallimentare e
pretese verso terzi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 651
9.5. La connotazione soggettiva delle azioni che derivano dal fallimento . . 652
XXII INDICE SOMMARIO
9.5.1. La posizione processuale del curatore nei giudizi che derivano
(e che non derivano) dal fallimento . . . . . . . . . . . . . . . . . 653
10. Per una possibile rassegna casistica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 659
11. Le azioni soggette alla regola di competenza dell’art. 24 l. fall. . . . . . . . . . . 659
11.1. Le azioni relative a rapporti posti in essere dalla curatela . . . . . . . . . 659
11.2. Le azioni di responsabilità contro gli organi della procedura . . . . . . . 660
11.3. Le azioni relative a rapporti di lavoro proposte in costanza di procedura
fallimentare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 662
11.4. Le azioni revocatorie (fallimentare ed ordinaria) e di inefficacia degli atti.
Il concorso della legittimazione della curatela e del singolo creditore . . 663
11.5. Le azioni derivanti dalla facoltà del curatore di sciogliersi dai rapporti
pendenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 667
12. Le azioni che non soggiacciono alla regola di competenza dell’art. 24 l. fall. . . 669
12.1. Le azioni reali immobiliari e le azioni possessorie . . . . . . . . . . . . . . 669
12.2. Le azioni ereditarie . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 670
12.3. Le azioni di accertamento, in particolare quelle di nullità del contratto. 671
12.3.1. L’azione di accertamento dell’ipoteca . . . . . . . . . . . . . . . . 672
12.4. Le azioni di recupero del credito della massa e la connessione con le
domande di controcredito . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 672
12.4.1. Le azioni riconvenzionali di recupero del credito vantato verso
la curatela. Simultaneus processus e sospensione per pregiudizialità
necessaria . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 674
12.4.2. Le azioni riconvenzionali in sede di opposizione a decreto
ingiuntivo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 676
12.4.3. Le azioni di recupero del credito verso il condebitore solidale . 677
12.5. Le azioni risarcitorie. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 677
12.5.1. Le azioni di responsabilità ex art. 146 l. fall. . . . . . . . . . . . . 678
12.5.2. Le azioni da c.d. abusiva concessione del credito e la loro discussa
collocazione sistematica nell’àmbito delle azioni di massa . . . . 678
12.5.3. Le azioni di condanna alla reintegrazione nel posto di lavoro . 684
12.6. Le azioni di riscatto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 685
12.7. L’azione surrogatoria . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 685
12.8. Le azioni di ripetizione dell’indebito . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 686
12.9. Le azioni di risoluzione (e di annullamento) contrattuale . . . . . . . . . 686
12.9.1. Le azioni di risoluzione del contratto di locazione. . . . . . . . . 687
12.10. L’azione di simulazione del contratto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 688
12.11. Le azioni di opposizione esecutiva . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 689
13. Effetti della clausola compromissoria sul potere di azione del curatore e vis
attractiva del foro fallimentare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 689
13.1. Effetti del fallimento sull’arbitrato pendente e poteri del curatore. . . . 692
14. Giurisdizione italiana e vis attractiva concursus . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 697
15. Il rito delle cause che derivano dal fallimento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 702
15.1. Cause che derivano dal fallimento e rito sommario di cognizione . . . . 705
16. La competenza « funzionale » del tribunale fallimentare . . . . . . . . . . . . . . 706
16.1. Limiti temporali di eccepibilità e/o rilevabilità dell’incompetenza . . . . 706
16.2. Tribunale civile ordinario e sezione fallimentare del medesimo tribunale. 707
16.3. Conflitto tra il tribunale fallimentare ed altro tribunale investito di
competenza funzionale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 709
INDICE SOMMARIO XXIII
16.4. Conflitto fra tribunale fallimentare e giudice amministrativo . . . . . . . 710
16.5. Litispendenza, continenza, connessione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 711
16.6. Dichiarazione di incompetenza del tribunale che ha dichiarato il fallimento
e trasmigrazione dei giudizi pendenti promossi dinanzi ad esso ex
art. 24 l. fall.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 712
CAPITOLO II
IL GIUDICE DELEGATO
di
Francesco De Santis
Sezione I
RUOLO E FUNZIONI DEL GIUDICE DELEGATO NELLA PROCEDURA FALLIMENTARE
1. Il ruolo e le responsabilità del giudice delegato al « giro di boa » delle riforme
della legge concorsuale. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 713
2. L’imparzialità del giudice delegato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 716
3. Poteri di vigilanza, poteri di controllo, poteri di veto . . . . . . . . . . . . . . . . 718
4. Le funzioni affidate al giudice delegato nella dinamica dei rapporti interorganici:
il sistema . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 722
4.1. Il potere di riferire al tribunale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 723
4.2. Il potere di prendere o provocare atti urgenti finalizzati alla conservazione
dell’asse fallimentare (cd. « decreti di acquisizione ») . . . . . . . . 724
4.3. Il potere di convocazione (la moral suasion) . . . . . . . . . . . . . . . . . . 727
4.4. Il potere di liquidare i compensi ai professionisti della procedura e di
revocarli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 728
4.5. La funzione di decidere i reclami contro gli atti del curatore e del
comitato dei creditori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 730
4.6. Il potere di autorizzare le liti attive e passive . . . . . . . . . . . . . . . . . 731
4.7. Il potere di nominare gli arbitri. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 734
4.8. La funzione di decidere le domande di insinuazione al passivo: rinvio . 734
5. Forma e sostanza dei provvedimenti del giudice delegato . . . . . . . . . . . . . 735
Sezione II
I RECLAMI CONTRO I DECRETI DEL GIUDICE DELEGATO E DEL TRIBUNALE
6. Il reclamo contro i decreti del giudice delegato e del tribunale: premesse sistematiche
e classificatorie. Il reclamo endofallimentare come giudizio « cognitivo
» e la sua vis expansiva . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 736
7. L’evoluzione funzionale del reclamo ex art. 26 l. fall. nella giurisprudenza
costituzionale e le sue ricadute sul diritto vivente prima delle riforme della legge
fallimentare. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 743
8. L’ambito oggettivo attuale del reclamo endofallimentare . . . . . . . . . . . . . . 746
9. La struttura impugnatoria del giudizio di reclamo ex art. 26 l. fall. e l’applicabilità
dei principi e delle norme sulle impugnazioni civili ordinarie . . . . . . . . . 752
10. L’interesse e la legittimazione a reclamare. La proposizione di distinti reclami
avverso il medesimo provvedimento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 757
11. La competenza del giudice . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 763
XXIV INDICE SOMMARIO
12. Il termine per proporre il reclamo e la sua decorrenza. Inapplicabilità al giudizio
di reclamo della sospensione dei termini nel periodo feriale . . . . . . . . . . 764
13. Contenuto del reclamo ed oggetto del giudizio. Sulla necessità della difesa
tecnica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 768
14. Esecutività ed inibitoria del provvedimento reclamato. . . . . . . . . . . . . . . . 770
15. L’instaurazione del contraddittorio, la costituzione del convenuto ed il reclamo
incidentale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 771
16. L’intervento degli interessati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 773
17. La fase di trattazione ed istruttoria . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 774
18. La decisione del reclamo. La revocabilità del provvedimento reclamato da parte
del giudice che lo ha emanato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 778
19. Il ricorso in Cassazione. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 781
19.1. Tipologia delle decisioni ricorribili (o non ricorribili) in Cassazione . . . 782
CAPITOLO III
IL COMITATO DEI CREDITORI
di
Fabio Santangeli
1. Breve premessa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 791
2. La nomina e l’impossibile rispetto (in prima battuta) dei criteri di composizione
del comitato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 793
3. Accettazione e rifiuto della nomina . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 797
4. La sostituzione dei membri del comitato dei creditori ad opera del giudice
delegato o della maggioranza dei creditori. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 798
5. Modalità di costituzione e funzionamento del comitato dei creditori . . . . . . . 801
6. Il giudice delegato quale organo « supplente », e quale giudice del reclamo
avverso gli atti o le omissioni del comitato dei creditori . . . . . . . . . . . . . . . 805
7. I compiti del comitato dei creditori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 808
8. Rimborsi e compensi dei membri del comitato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 814
9. La responsabilità civile e penale del comitato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 816
CAPITOLO IV
IL CURATORE
di
Fabio Santangeli
1. Breve premessa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 821
Sezione I
NOMINA E ACCETTAZIONE DEL CURATORE
2. La nomina del curatore. Requisiti e condizioni ostative . . . . . . . . . . . . . . . 823
2.1. Modalità e termini per l’accettazione della nomina . . . . . . . . . . . . . 827
2.2. La qualifica di pubblico ufficiale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 829
INDICE SOMMARIO XXV
Sezione II
ATTIVITÀ DI AMMINISTRAZIONE E CONTROLLO
3. Le attività del curatore genericamente rivolte al buon andamento della procedura
fallimentare e le attività strettamente funzionali alla gestione del patrimonio
fallimentare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 833
3.1. L’esercizio delle attribuzioni del curatore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 844
3.2. Il deposito ed il prelievo di somme ad opera del curatore. . . . . . . . . 850
Sezione III
ATTIVITÀ PROCESSUALE E ATTIVITÀ INFORMATIVA
4. I poteri processuali del curatore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 854
4.1. Le azioni processuali sottoposte ad autorizzazione del giudice delegato. 856
4.2. L’esame richiesto al giudice delegato ai fini dell’autorizzazione ed il
rapporto con l’approvazione dei creditori del programma di liquidazione
e delle azioni ivi inserite ex art. 104-ter comma 2 lett. c), l. fall. . . . . 857
4.3. Fattispecie in cui l’autorizzazione non è richiesta . . . . . . . . . . . . . . 859
4.4. Il divieto del curatore di autonominarsi avvocato. Ed il potere di scegliere
gli avvocati a difesa della procedura . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 860
4.5. Il curatore come parte o terzo rispetto al fallito. Riflessi processuali. . . 861
5. La relazione particolareggiata e la relazione sommaria del curatore . . . . . . . 862
5.1. Termini e modalità di presentazione della relazione . . . . . . . . . . . . 865
5.2. La segretazione. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 866
5.3. I rapporti riepilogativi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 867
5.4. Presentazione e trasmissione telematica dei rapporti riepilogativi . . . . 869
Sezione IV
IL CURATORE E IL RECLAMO
6. Il reclamo contro gli atti del curatore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 871
6.1. La legittimazione ed i termini per la proposizione del reclamo. . . . . . 872
6.2. Gli atti e le omissioni del curatore suscettibili di reclamo . . . . . . . . . 873
6.3. I motivi del reclamo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 875
6.4. Il procedimento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 878
6.5. Impugnazione del decreto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 880
6.6. Il reclamo del curatore avverso gli atti del comitato dei creditori e del
giudice delegato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 883
Sezione V
REVOCA, DIMISSIONI, RESPONSABILITÀ, SOSTITUZIONE E COMPENSO DEL CURATORE
7. La revoca e le dimissioni del curatore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 886
8. La sostituzione del curatore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 895
9. La responsabilità civile e contabile del curatore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 900
10. Il compenso del curatore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 913
XXVI INDICE SOMMARIO
CAPITOLO V
LE COMPLESSE AZIONI ED INTERAZIONI
TRA GLI ORGANI DELLA PROCEDURA FALLIMENTARE
di
Fabio Santangeli
1. I diversi rapporti tra gli organi nelle diverse fasi della procedura. . . . . . . . . 921
2. Spirito collaborativo, ruolo della vigilanza, soluzione dei conflitti tramite sostituzione.
Prime coerenti soluzioni applicate . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 924
3. Le teorie alla base della riforma fallimentare all’esame della prassi applicativa.
La crisi degli organi e le ragioni della crisi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 926
4. Proposte di modifica degli istituti fallimentari per i fallimenti in cui il comitato
dei creditori non si costituisce. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 929
5. Segue. Proposte di modifica degli istituti fallimentari per i fallimenti in cui il
comitato dei creditori si costituisce. Sulle difficoltà del curatore nel rapporto con
il giudice delegato, nonostante le soluzioni del legislatore del fallimento . . . . 930
Indice analitico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 935